Ettore Scola
Ci mancherà Scola, forse anche per quell’innato piacere di farci
rispecchiare nella miseria umana e nella sua sincera idealità. Basti pensare a
quel film che doveva girare su idea di Gian Maria Volonté con Massimo
Troisi: due anarchici, uno napoletano e l’altro torinese, devono preparare un
attentato contro un principe ma non riuscendo a comunicare, se non in dialetti
diversi, non si capiscono e l’attentato va a rotoli.
Peccato che nella sua ultima fase artistica non sia
riuscito a mantenere una sua lucidità autoriale, probabilmente contaminato
dalla mediocrità ormai imperante.
Ha raccontato quello che non vogliamo ammettere a noi
stessi: siamo un popolo dove emergono aspetti comuni di crudeltà
comportamentale lungi dallo stereotipo del "Bel Paese".
Poi esiste l'eroe, il trascinatore, chi va controcorrente, ma non è ancora popolo, e spesso l'amarezza dell'eroe sconfitto è quella per un popolo che non si riscatta, se non aspettando che arrivi "l'Uomo della Provvidenza".
Poi esiste l'eroe, il trascinatore, chi va controcorrente, ma non è ancora popolo, e spesso l'amarezza dell'eroe sconfitto è quella per un popolo che non si riscatta, se non aspettando che arrivi "l'Uomo della Provvidenza".
E' morto un grande regista che ha saputo tratteggiare
un'Italia non ancora contaminata dalle scorie nefaste degli anni '90, con tutto
quello che ha comportato nel male e nel peggio...
I film di Scola sono la narrazione della storia e del
progressivo e infinito degrado sociale e politico dell'Italia, dal '900 ai
giorni nostri. Analisi sempre lucide, coerenti, essenziali e cristalline
attraverso l'obiettivo di una cinepresa. Ci mancheranno, oltre ai suoi film,
anche le sue interviste. Persone così ce ne sono state e ce ne sono davvero
poche: Italiani con la "I" maiuscola.
E lo stesso vale per tutte le altre opere, dall'arte
alla musica; al mondo esistono ancora grandi geni, ma il popolo viene
quotidianamente bombardato di banalità, e si finisce con l'apprezzare prodotti
usa e getta, alla portata intellettuale di tutti, rispetto a proposte più
impegnative e decisamente più interessanti.
Il suo lavoro più bello rimane "Una
giornata particolare", con l'indimenticabile confronto tra lo speaker
radiofonico Mastroianni, destinato al confino e la
vicina Sofia Loren, piegata dalla vita e dal ruolo che il tempo riservava alle
donne.
Onore a un Uomo che ha contribuito alla crescita
culturale del Paese. Grazie, Ettore Scola!
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