Monta la polemica per il viaggio diplomatico e commerciale compiuto da
Matteo Renzi e una delegazione politico-economica in Arabia Saudita nel
novembre scorso. E non c'entrano gli appalti miliardari o la crisi
internazionale, ma sono i Rolex, i regali che i ricchi sauditi avevano
preparato per alcuni membri della delegazione italiana ma che alla fine tutti
avrebbero preteso. Stando alle indiscrezioni di stampa questi Rolex non è
chiaro che fine abbiano fatto.
I 50 ospiti arrivati da Roma sono a cena con la famiglia reale.
Arrivano gli omaggi preparati dagli sceicchi, pacchettini con nomi e cognomi,
in italiano e arabo. C'è il pacchettino di serie A, con il Rolex svizzero, e
quello, diciamo, di serie B con un cronografo prodotto a Dubai che vale
"solo" quattromila euro.
Il fattaccio avviene quando un furbetto della delegazione italiana scambia il
suo cronografo arabo col pacchetto luccicante svizzero. Il
"proprietario" del Rolex se ne accorge e scoppia una quasi rissa.
Tutti vogliono il Rolex, i reali sauditi sarebbero anche pronti a cambiare
tutti i regali pur di non vedersi di fronte questa scena da mercato del
pesce.
La compagine diplomatica, guidata dall’ambasciatore Armando Varricchio,
inorridisce di fronte a una scena da mercato di provincia per il chiasso che
interrompe il sonno dei sauditi. Anche perché i generosi arabi sono disposti a
reperire presto altri Rolex pur di calmare gli italiani. Non sarà un pezzo
d’oro a sfaldare i rapporti tra Ryad e Roma: ballano miliardi di euro di
appalti, mica affinità morali, per gli italiani Ryad resta una meta esotica per
laute commesse. E che sarà mai una vagonata di Rolex? Il guaio è che degli
orologi, almeno durante le vacanze natalizie, non c’era più traccia a Palazzo
Chigi. Non c’erano nella stanza dei regali al terzo piano. Chi avrà infranto la
regola Monti e chi l’avrà rispettata? E Renzi ce l’ha o non ce l’ha, il Rolex?
Totò tanto tempo fa aveva già riassunto il
tutto...Siamo alla scena madre di "Miseria e nobiltà" (l'assalto alla
tavola imbandita): ma nella commedia c' era il grande Totò, in questo caso il
cantastorie con comparse. Solo che ormai la miseria è diventata modo di pensare
dilagante... e di nobiltà forse non c'è n'è mai stata eccetto i titoli.
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