La politica in Italia è solo arte del ricatto; non si esce da questa
logica, chiunque sia al governo. Del resto la purezza è un concetto non
applicabile alla vita reale: tutti gli esseri umani commettono errori e hanno
contraddizioni, che stranamente non vengono valutati se non quando si ha un
ruolo istituzionale. E come un serpente che si morde la coda, quanto più in
alto abbiamo posto l'asticella della purezza e onestà, più grande
sarà lo scandalo a prescindere dall'entità e dalla natura dell'errore, commesso
o meno.
La legalità non vince sempre, non vince se la società civile è distratta e
impaurita. Non vince se la politica non comprende come certe esperienze siano
un collante vero.
Non funziona così, i conti non tornano: se il nuovo è solo sentirsi migliori di quello che c'era prima, non è detto che questo sentimento basti a creare le condizioni per essere in grado di amministrare.
Non funziona così, i conti non tornano: se il nuovo è solo sentirsi migliori di quello che c'era prima, non è detto che questo sentimento basti a creare le condizioni per essere in grado di amministrare.
La politica in Italia vive nelle possibilità di ricatto e che non si
possa uscire da questa logica.
Quando è il momento di governare e di assumersi responsabilità, il
cortocircuito innescato dai processi sommari
a soggetti infedeli ti presenta il conto: oggi è fin troppo chiaro che
non basta candidare incensurati per avere la certezza che non commettano reati
nel corso del loro mandato. Ed è altrettanto chiaro che non basta espellere chi
non rispetta le "regole" per preservare un percorso politico.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.