lunedì 11 gennaio 2016

La legalità non vince sempre



La politica in Italia è solo arte del ricatto; non si esce da questa logica, chiunque sia al governo. Del resto la purezza è un concetto non applicabile alla vita reale: tutti gli esseri umani commettono errori e hanno contraddizioni, che stranamente non vengono valutati se non quando si ha un ruolo istituzionale. E come un serpente che si morde la coda, quanto più in alto abbiamo posto l'asticella della purezza e onestà, più grande sarà lo scandalo a prescindere dall'entità e dalla natura dell'errore, commesso o meno. La legalità non vince sempre, non vince se la società civile è distratta e impaurita. Non vince se la politica non comprende come certe esperienze siano un collante vero.
Non funziona così, i conti non tornano: se il nuovo è solo sentirsi migliori di quello che c'era prima, non è detto che questo sentimento basti a creare le condizioni per essere in grado di amministrare. 
La  politica in Italia vive  nelle possibilità di ricatto e che non si possa uscire da questa logica. Quando è il momento di governare e di assumersi responsabilità, il cortocircuito innescato dai processi sommari  a soggetti infedeli ti presenta il conto: oggi è fin troppo chiaro che non basta candidare incensurati per avere la certezza che non commettano reati nel corso del loro mandato. Ed è altrettanto chiaro che non basta espellere chi non rispetta le "regole" per preservare un percorso politico.

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