domenica 20 settembre 2015

Marcelletti, un battito d'ali

Carlo Marcelletti


Si sa che l'orologio della Storia non può tornare indietro, ma nessuno può dimenticare un cardiochirurgo pediatrico di fama internazionale come Carlo Marcelletti, vittima della sua stessa eccellenza, suicidatosi con l’arma letale dell’ingiustizia.  E poi non era difficile immaginare che potesse arrivare a tanto un uomo di valore e di successo, così violentemente scaraventato fuori dalla propria vita, annullato professionalmente, mortificato dall'accusa di reati infamanti, diffusi universalmente dalla tecnologia della società globale ma che hanno una portata di barbara crudeltà medioevale. E' morto innocente Marcelletti, perché quel processo che doveva appunto servire a verificare se le accuse corrispondessero al vero, in tutto, in parte o per niente, non si è più svolto e nessuno verrà iscritto nel registro degli indagati. Intanto, la pena anticipata della distruzione di una vita, sacrificata come tante, troppe altre, all'altare della vanità del gossip giudiziario, del feticcio della libertà d'informazione che altro non è che la celebrazione di un potere devastante e inumano si è consumata irreversibilmente. Un abuso di inciviltà, di insensibilità, di immodestia, di sopraffazione, di onnipotenza. E forse anche abuso di assuefazione. Fu una vicenda tristissima. I tanti e falsi moderati che si scalmanarono per difendere "la vita degli altri" non si  impegnarono per difendere un uomo solo e condannato alla morte sociale. Solo i mediocri, gli ignavi e gli inetti godono nel vedere i grandi uomini passare dall'altare alla polvere.

Carlo Marcelletti in sala operatoria

E' stato lasciato solo, orfano, solo in mezzo ad un branco di lupi che hanno fatto scempio del suo ricordo e di ciò che è stato.
Finito l’incubo degli arresti domiciliari, la sua più grande ed immediata preoccupazione erano i suoi pazienti, pensava a quelli che non avrebbe potuto operare, pensava a cosa loro avrebbero pensato di lui e si crucciava, perché ancora non sapeva che il bene che loro gli volevano  è andato sempre al di là del semplice rapporto medico-paziente.
Lui più di chiunque ha fatto del suo lavoro una missione e questo le persone lo hanno recepito e per questo lo hanno amato, ma il problema è che a lui non bastava aiutarli a metà.
Voleva tornare ad operare così come sarebbe stato giusto che fosse, ed il fatto che non glielo abbiano permesso dentro di lui ha preso le sembianze di una lama che lo ha lacerato e lo ha portato al di là dei suoi stessi pensieri, laddove il buio non ti fa distinguere più i volti di chi ti vuole bene e di chi invece ti lascia smarrito senza punti di riferimento, come quando cadendo in un baratro buio non riesci a vedere gli appigli che ci sono lungo la parete …
Siamo in un mondo dove l’infamia, la cattiveria predominano, dove chiunque può permettersi di giudicare o criticare fatti o persone che neanche ha conosciuto.

Si è trovato incastrato in un luogo con meccanismi a lui sconosciuti e ne hanno fatto il capro espiatorio.

Ad augurarsi e sollecitare il procedimento di sospensione dall'Ordine dei Medici di Roma, dove Marcelletti era iscritto, fu per primo Ignazio Marino all'epoca senatore del PD, nonché suo "collega".

Carlo Marcelletti


L’uomo pretende di distinguersi dagli animali 
perché ha coscienza del proprio essere
 e per la capacità di sviluppare e di comunicare 
pensieri e concetti anche astratti.
 Nella costruzione delle civiltà,
 dalle più antiche alle attuali,
 si sono affermate regole e consuetudini
 che hanno costituito il collante sul quale sono nati i popoli e gli Stati.
 E’ stata la ragione e non i sentimenti a trasformare le regole in leggi, 
pur nella consapevolezza che le leggi 
senza un sentire comune sono lettera sterile.
 La legge dell’uomo si affianca alla legge morale che è dentro di noi
 e questa può sfumare nei sentimenti. 
Sono i sentimenti che a volte ci fanno sembrare ingiusto
 ciò che nella legge degli uomini è scritto.

E.M.

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