venerdì 11 settembre 2015

Vent'anni





Mi sento ancora vent’anni, perché non ho ancora messo da parte i sogni e le paure dell'adolescenza visto che qualcosa, nei sogni, ritorna ancora per rivendicare paure ataviche.
Non ho più la consapevolezza  dei miei vent’anni, e non ho più tanto da vedere, ho già visto molto, troppo.  La maggior parte delle cose sono passate senza lasciare segni e altre si fanno sentire ancora,  prepotenti e non hanno riguardi. Me ne hanno causate  di ferite! E si sa quando sono gli altri a farlo, pensi sempre che non siano troppo gravi, che non lasceranno cicatrici.
Per questo oggi non pesano granché le cose che dimentichi di fare, le persone che ti rubano qualcosa, magari solo una piccola idea e te la raccontano, come fosse loro. E rimpiangi le porte non aperte,  le persone che perdi o che lasci andare, perché sai che tanto non ne arriveranno altre.
Ed oggi non ti importa se senti le stupidaggini degli opportunisti che incontri, delle attenzioni non ricambiate. Non ti importa se ti metti un vestito sbagliato, se è martedì o giovedì. E nemmeno se quello che dici non viene capito. C’è tempo per altro.
Adesso è tempo di cinema, di libri, dei sorrisi della famiglia. Tempo di addormentarsi al mare, di commuoversi ancora quando senti cantare l'Inno o quando spii il cielo sotto gli ombrelli nei giorni di pioggia. E’ tempo di non aspettare treni, perché ti accorgeresti che il tuo è già passato.

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