giovedì 28 gennaio 2016

Come polvere nei cassetti



È iniziato il processo per i morti di amianto all’Olivetti di Ivrea e il programma serrato delle udienze non lascerà certo dormire sonni tranquilli ai 18 imputati.
Si possono avere i migliori avvocati del mondo, ma quando un giudice decide che un processo deve procedere veloce, quello è il suo destino. Lo auspica la comunità eporediese che finalmente vede alla sbarra i manager che, secondo i pm, hanno condannato a malattie mortali, come il mesotelioma pleurico, almeno 14 lavoratori (le vittime del processo), di cui due ancora in vita. Assenti gli imputati eccellenti.
Non è facile veder processare quello che si riteneva un modello di capitalismo illuminato, l’ingegner De Benedetti, editore del gruppo l’Espresso e tessera numero uno del Pd. Oltre che neocittadino svizzero dove ha spostato la residenza civile e fiscale. 


 
 Carlo De Benedetti

Il 25 gennaio scorso hanno sfilato in aula Silvana Cerutti, investigatrice in camice in quanto medico e dirigente del Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro della Asl, ma soprattutto l'attenzione ed il silenzio è sceso con la toccante testimonianza di due sopravvissuti in gravi condizioni di salute: Bruna Luigia Perello e Pierangelo Bovio Ferassa.

 Bruna Luigia Perello
  
La prima ha fatto l’impiegata dal 1971 al 1999, inalando le fibre di amianto presenti in intonaci e controsoffitti, visto che l’azienda ha rilevato la presenza dell’asbesto nelle strutture dello stabilimento solo nel 1987; il secondo ha lavorato alla catena di montaggio delle macchine da scrivere dal 1963 all”80, dove ha respirato il micidiale talco a base di tremolite che serviva a rendere maneggevoli i componenti. Di quella polvere a base di fibre di amianto l’azienda ha iniziato a parlare solo a partire dal 1981 e a sostituirla cinque anni dopo.

Pierangelo Bovio Ferassa

"Sono stati trasportati in un mondo parallelo fatto di dolore e di paure, così improvvisamente, inaspettatamente, senza essere preparati, senza aver avuto modo di pensare minimamente che il male potesse raggiungerli così presto. Tutto questo li ha lasciati attoniti, sconcertati, senza forze, indifesi e a tratti disperati, però la volontà, la tenacia, la voglia di esistere li ha aiutati in questo loro percorso. In questa sorta di diario dei pensieri hanno parlato di loro, delle loro esperienze, hanno parlato del loro cancro, della loro vita. 
Testimoni che si raccontano nella loro sopravvivenza, perché qualcuno che sapeva ha taciuto e forse tacerà per sempre ..."


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.