Dev'esserci, in terra o in cielo, un posto
dove tutto sarà giusto...
dove tutto sarà giusto...
Inverno, è uno dei brani più belli di De André, l'ho amato fin da subito, perché mi ha piacevolmente catapultata in un microcosmo malinconico e dolce.
E’ una sinfonia di trombe che suonano note che appaiono
malinconicamente speranzose di qualcosa che non finisce. Il loro suono, legato
alla voce profonda e perfetta formano una miscela che non fa altro che incrementare il senso
espresso dalla canzone: una tristezza che racchiude dentro sé una speranza.
La faccio ascoltare a chi sta vivendo quello che ho
vissuto ed il mio è un gesto simile a quello che si può fare dividendosi un
pezzo di pane secco senza nessuna velleità di risolvere qualcosa che è solo
dentro di noi.
A volte nella vita non c'è poesia, nemmeno a cercarla, c'è solo ferro arrugginito, pareti bianche d'ospedale, c'è solo un gran silenzio che paradossalmente echeggia e ti stordisce, ti confonde e le parole sono impotenti quasi offensive.
Questa canzone è la mia in questo tempo che oggi è diventato nostro e con lo stesso silenzio la propongo a chi vorrà dividere con me lo stesso pezzetto di pane raffermo che in fondo è di tutti noi.
A volte nella vita non c'è poesia, nemmeno a cercarla, c'è solo ferro arrugginito, pareti bianche d'ospedale, c'è solo un gran silenzio che paradossalmente echeggia e ti stordisce, ti confonde e le parole sono impotenti quasi offensive.
Questa canzone è la mia in questo tempo che oggi è diventato nostro e con lo stesso silenzio la propongo a chi vorrà dividere con me lo stesso pezzetto di pane raffermo che in fondo è di tutti noi.
Franco Battiato - Omaggio a Fabrizio De André
"Inverno"
Lyrics to
Inverno
Sale la
nebbia sui prati bianchi
come un cipresso nei camposanti
un campanile che non sembra vero
segna il confine fra la terra e il cielo.
Ma tu che vai, ma tu rimani
vedrai la neve se ne andrà domani
rifioriranno le gioie passate
col vento caldo di un'altra estate.
Anche la luce sembra morire
nell'ombra incerta di un divenire
dove anche l'alba diventa sera
e i volti sembrano teschi di cera.
Ma tu che vai, ma tu rimani
anche la neve morirà domani
l'amore ancora ci passerà vicino
nella stagione del biancospino.
La terra stanca sotto la neve
dorme il silenzio di un sonno greve
l'inverno raccoglie la sua fatica
di mille secoli, da un'alba antica.
Ma tu che stai, perché rimani?
Un altro inverno tornerà domani
cadrà altra neve a consolare i campi
cadrà altra neve sui camposanti.
come un cipresso nei camposanti
un campanile che non sembra vero
segna il confine fra la terra e il cielo.
Ma tu che vai, ma tu rimani
vedrai la neve se ne andrà domani
rifioriranno le gioie passate
col vento caldo di un'altra estate.
Anche la luce sembra morire
nell'ombra incerta di un divenire
dove anche l'alba diventa sera
e i volti sembrano teschi di cera.
Ma tu che vai, ma tu rimani
anche la neve morirà domani
l'amore ancora ci passerà vicino
nella stagione del biancospino.
La terra stanca sotto la neve
dorme il silenzio di un sonno greve
l'inverno raccoglie la sua fatica
di mille secoli, da un'alba antica.
Ma tu che stai, perché rimani?
Un altro inverno tornerà domani
cadrà altra neve a consolare i campi
cadrà altra neve sui camposanti.
Fabrizio De André
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