venerdì 4 dicembre 2015

La messa è finita, andate in pace

 


Ma dov'è la mia Chiesa? 

La cerco in quei banchi vuoti con l'innocenza di un bambino. 
La cerco nelle omelie della domenica mattina che da bambina mi costringevano ad ascoltare, nell'esempio cristiano fin troppo diligente di mia madre, nella indimenticabile ferrea educazione cattolica di mia nonna, nell'integerrima osservanza monacale dei doveri spirituali scolpiti nella memoria scolastica.

La cerco perché non riesco più a riconoscerla su questa terra.

Mi  sento vuota. E non è un vuoto qualunque, è lo stesso vuoto che si prova nel momento in cui si viene svuotati del proprio contenuto, come un sacco di lucciole che scappano dal barattolo di un bambino dopo averle racchiuse con la stessa difficoltà con cui le aveva ottenute. La facilità con cui le ho perse sono inversamente proporzionali. 

Mi sento spenta come una lampadina che ormai è consumata, fragile  in questo spaccato di esistenza, mi sento come se avessi capito tutto o niente.

Allora, cerco Dio e lo ritrovo tra le pagine di quel libricino del Catechismo che ci insegnava che Dio è in cielo, in terra e in ogni luogo. Come qualcosa di infinito, che non ha estensione, e se non ha estensione è così immenso da non poter essere racchiuso in una sola parola.

Dio è in me, in te, in ognuno di noi. Nei nostri gesti, nelle azioni che compiamo. Perché il profitto è prerogativa  dei potenti della terra. Solo gli umili sono e rimarranno tali ... in cielo, in terra e in ogni luogo.










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