sabato 19 dicembre 2015

Cantone, un'arma di distrazione di massa

Raffaele Cantone

Il Governo Renzi cerca di correre ai ripari, tra mozioni di sfiducia alla Boschi e indagini della magistratura che coinvolgono anche Banca d'Italia e Consob, mentre Padoan comincia a traballare.
Renzi dichiara che "a fare da arbitro sulle richieste di risarcimento dei piccoli risparmiatori" truffati dalle quattro banche "salvate" sarà Raffaele Cantone, capo dell'Anticorruzione, e non gli organi previsti per legge, cioè Consob e Banca d'Italia.
E' ovviamente una mossa politica, che cerca di nascondere i problemi dietro la faccia dell' ex magistrato "competente e integerrimo" che ormai fa da guardiaspalle di Renzi nelle situazioni difficili.
Secondo Renzi la mossa di Cantone dimostrerà la determinazione del governo a fare chiarezza, "caso per caso".
L'uscita di Renzi sembra la mossa della disperazione, piuttosto che la soluzione del problema.
1) Il "caso per caso" dei risparmiatori truffati ormai è nelle mani della magistratura ordinaria. Renzi non può bloccare le indagini che stanno già facendo luce sulle responsabilità dei vertici delle banche, di Bankitalia e Consob.
2) Per nominare Cantone come "arbitro" dei risarcimenti, il Governo dovrà varare un decreto per cancellare o modificare una quantità incredibile di norme già esistenti in materia di responsabilità degli amministratori delle banche, di conflitti di interesse, di negligenze riportate nel Testo Unico della Finanza, nel Testo Unico Bancario, nei regolamenti operativi di Banca d'Italia e Consob. 
3) Se Renzi ritiene inaffidabili gli attuali vertici di Banca d'Italia e Consob può chiedere a Padoan di avviare le procedure per la loro sostituzione, lasciando ai magistrati il compito di indagare e risarcire.
Fonti bene informate dicono che Draghi è molto "arrabbiato" per quanto è accaduto e sta accadendo nel sistema bancario italiano.
Non solo per la prova di incompetenza e collusione che sta minando la credibilità dei vigilantes, ma soprattutto perché cominciano a scoprirsi le radici lontane del marasma del sistema bancario italiano di cui lui è stato conoscitore e controllore dal 2005 al 2011 in qualità di Governatore della Banca d'Italia.
Inizia a consolidarsi un vecchio sospetto circa il suo ruolo negli anni della crisi 2008/2010: Draghi avrebbe mantenuto sotto traccia le vere dimensioni della crisi bancaria in Italia per potersi accreditare presso i governi e le tecnocrazie europee durante la corsa alla nomination di Presidente della BCE del 2011.
Il caso Montepaschi era l'ostacolo maggiore e per questa sarebbe stato fatto esplodere solo dopo l'incarico a Draghi in BCE, così come altre situazioni incancrenite da tempo come la Popolare di Vicenza, la stessa Banca Etruria, Veneto Banca ecc.
Lo scandalo salva banche darà fiato a quanti, soprattutto in Germania, accusano la politica attuale "della BCE di Draghi" di essere più favorevole alla speculazione e all'azzardo morale anzichè salvaguardare e valorizzare il risparmio dei cittadini.
Per Draghi, che ha sempre fondato la sua carriera sull'immagine del tecnico preparato e super partes, la truffa italiana è quantomeno "pericolosa". 
C'è poi il problema non da poco che riguarda il futuro delle banche italiane, assediate dai risparmiatori che cercano di vendere obbligazioni e titoli strani, e si stanno rapidamente dissanguando per fronteggiare le richieste di rimborso. Nel giro di qualche settimana il fenomeno potrebbe non essere più circoscritto ma allargarsi: cosa farà la BCE governata  da un Draghi su cui pende il sospetto di aver nascosto il disastro italiano?
In questo scenario, Renzi fa finta di non aver capito che la crisi scatenata dal decreto salva banche non si risolverà con pochi spiccioli "caso per caso".


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