Licio Gelli
L’ultimo tassello della storia è il commissariamento
da parte di Banca d’Italia di mercoledì 11 febbraio, ma vale la pena
ripercorrere gli ultimi trent’anni di Banca Etruria, l’istituto di credito dove
è vice presidente Pier Luigi Boschi, padre del ministro per le Riforme Maria Elena, e dove ha lavorato anche il fratello Emanuele, specializzato nella fornitura di
oro, in questi giorni al centro di una bufera mediatica oltre che per le
perdite eccessive pure per i movimenti sospetti sul decreto del governo per la
riforma delle banche popolari. Perché questa banca, nata nel 1882, dopo
fusioni e incorporazioni fra Banche Popolari più che centenarie ha avuto
sempre il cuore pulsante in Arezzo.
Si tratta di comune toscano di più di centomila
abitanti, noto alle cronache dei misteri d’Italia per un cittadino illustre,
quel Licio Gelli, ex maestro venerabile della P2, che all’inizio degli anni ’80
fece tremare la politica e soprattutto gli apparati militari più importanti
dello Stato. Forse è inevitabile, forse no, sta di fatto che la storia di Banca
Etruria s’interseca con quella di Arezzo, provincia di democristiani di ferro
(a Pieve Santo Stefano nacque Amintore Fanfani ) e in particolare della
Propaganda 2, la loggia massonica del Grande Oriente d’Italia nata nel 1976 che
la Commissione parlamentare presieduta da Tina Anselmi definì come «una vera e propria
organizzazione criminale». E proprio tra le carte della commissione si possono
scoprire i legami tra il Gran Maestro Venerabile e l’istituto negli anni ’80,
dove Gelli disponeva del "conto Primavera", ma anche di suicidi sospetti fino agli anni
’90.
La Toscana è terra di banche, di esponenti della
Democrazia Cristiana finiti nelle liste della P2, di misteri e di massoneria.
E’ un cerchio fatto di relazioni molto strette, un groviglio armonioso, dove
tutti sanno tutto, ma alla fine niente è mai chiaro. Lo testimonia l’ultimo
scandalo del Monte dei Paschi di Siena, con la morte di David Rossi.
L’Etruria
non è da meno. Bisogna tornare al 1983, quando un uomo viene trovato ucciso con
un colpo di pistola alla tempia in casa sua. Si tratta di Mario Lebole,
fondatore di uno dei più importanti esempi di industria del tessile
italiano.
David Rossi
Lebole non è un personaggio qualunque. All’epoca,
oltre che conosciuto in tutta Italia per le sue capacità imprenditoriali, è
consigliere di amministrazione proprio di Banca Etruria. Soprattutto è uno dei
più fidati di Gelli. È un piduista, ma è anche quello che ha ceduto al
Venerabile l’attuale Villa Wanda, prima chiamata villa di Santa
Maria: a Castiglion Fibocchi in uno degli stabilimenti Lebole verranno trovate
le liste della P2. Il capitano d’industria aretino non è stato l’unico
consigliere di Banca Etruria iscritto alla massoneria. C’è pure Renato
Pellizzer, altro nome negli elenchi della P2, che fu anche presidente di
Etruria Leasing, che poi sarà incorporata dalla banca di Arezzo.
Ma i misteri non sono finiti qui. Perché intorno
all’Etruria negli anni ’90 compare un'altra morte tragica. Un altro suicidio
sospetto. È il 18 agosto del 1992. Verso le otto del mattino, nella
campagna di Reggello, a pochi chilometri da Firenze, viene trovato il cadavere
del ragioniere Emilio Mannucci, vicepresidente sempre della finanziaria Etruria
Leasing, controllata dalla Banca Popolare dell' Etruria. Rebus, enigmi,
misteri.
In realtà la magistratura non trovò niente in merito.
Ma qualcosa tra questa banca popolare e Gelli lo trovò la Commissione Anselmi.
Che scoprì il conto di Gelli in Etruria, il famoso conto Primavera, dove
diversi affiliati alla loggia versavano le proprie quote di partecipazione. Dc
e banche. Tra gli storici esponenti politici di Arezzo che finirono nelle liste
della P2 ci fu pure Brunetto Bucciarelli-Ducci, ex vicepresidente della
Camera dei Deputati, poi giudice Costituzionale, democristiano di ferro. In quel
groviglio armonioso che è la Toscana lo conoscevano tutti, il figlio Paolo fu
notaio proprio in Banca Etruria. E pure il padre di Maria Elena Boschi, Pier
Luigi, che da sempre è stato vicino alla Dc, corrente di Arnaldo Forlani, lo ha
sempre stimato. Ma questa è un’altra storia.
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