Il primo discorso di Renzi alla Leopolda fu pieno di
immagini, un testo holdeniano, «vogliamo metà parlamento e a metà prezzo», «un
Paese che permetta le unioni civili come i paesi civili», «preferisca la banda
larga al Ponte sullo stretto», «dica no al consumo di suolo e sì al diritto di
suolo, di cittadinanza», «renda il lavoro meno incerto ma il sussidio più
certo», vogliamo «rispondere al
cinismo con il civismo» . Si
dirà: la rottamazione non era spaccare tutto; vero, era la promessa di
un’Italia dei meriti, «un paese dei promettenti e non dei conoscenti».
BICAMERALISMO
Cosa aveva detto
Una riforma cardine promessa nel 2010-2011 da Renzi
era l’abolizione di una delle camere, per ridurre le lungaggini del processo
legislativo. «Ne basta una, autorevole, con 500 persone».
Cosa ha fatto
Si può discutere il come, ma Renzi sta mantenendo questa
promessa; anche se in modalità lievemente diverse. Ha parzialmente conservato
un piccolo Senato, che però non darà più la fiducia.
PARLAMENTARI
Cosa aveva detto
L’allora rottamatore indicò il «dimezzamento» del
numero dei parlamentari, quindi dei costi; voleva 500 parlamentari,
contestualmente all’abolizione secca di una delle due camere.
Cosa ha fatto
La Camera resta con tutti i 630 deputati, intonsi. Nel
Senato, sia pure in forma dimidiata, resistono 100 senatori. Il ceto politico è
dunque stato ridotto, ma non nella misura promessa.
LAVORO
Cosa aveva detto
Renzi ha mai promesso questo Jobs Act? Originariamente
parlava di «contratto unico a tutele crescenti», bozza Boeri-Garibaldi. «Non è
libertà di licenziare, ma di assumere», diceva.
Cosa ha fatto
La riforma l’ha incassata. Ma a quale prezzo? Abolito
l’art. 18, i contratti sono a tempo
«indeterminato» per modo di dire. E in un anno, il segno più è uno zero
virgola.
ROTTAMAZIONE
Cosa aveva detto
Per il primo Renzi la «rottamazione» non era la
conquista cinica del potere: era narrata come «la scossa meritocratica», e un
radicale mutamento di procedura nelle nomine della nuove élite.
Cosa ha fatto
La rottamazione si è limitata al «far fuori» pochi
dinosauri; ma nelle aziende, e in politica, prevale finora, con
alcune eccezioni meritevoli, il sistema spietato degli amici e dei
fidati.
LEGGE ELETTORALE
Cosa aveva detto
La Leopolda del biennio 2010-2011 giurava che Renzi
avrebbe abolito il Porcellum, e lottato per «ridare una vera scelta ai
cittadini», tornando ai collegi uninominali.
Cosa ha fatto
Renzi, con abilità di manovra ma anche spregiudicati
metodi di pressione e trasformismi d’aula, ha sì abolito il Porcellum. Ma con
una legge quasi ugualmente bloccata, e niente collegi uninominali.
PASSARE DAL VOTO?
Cosa aveva detto
Renzi ha sempre detto di voler tornare a dare la parola agli elettori: «Non andrò mai a
Palazzo Chigi con inciuci di Palazzo e senza passare dal voto».
Cosa ha fatto
Ha detto a Enrico Letta #staisereno, una formula che
ormai resterà proverbiale di ogni accoltellamento politico nel chiuso di
secrete stanze. E è andato a Palazzo Chigi senza passare dal voto.
TASSE, EVASIONE
Cosa aveva detto
La «rivoluzione copernicana» era: meno tasse sul
lavoro, grandi tagli alla spesa; valutata un’imposta progressiva sopra i
200mila euro; «lotta seria all’evasione». Prelievo sui capitali scudati.
Cosa ha fatto
Il bonus di 80 euro può esser visto come una forma di
alleggerimento sul lavoro. L’Irap non è stata abolita. L’innalzamento del
contante aiuta l’evasione. Nessuna progressività sui redditi altissimi.
RAI
Cosa aveva detto
La Leopolda veniva giù allo slogan di Renzi: «Via i
partiti dalla Rai, da Finmeccanica, dalle nomine nei cda». La Rai doveva,
testualmente, «tornare a produrre cultura in totale libertà».
Cosa ha fatto
Essendo le nomine sotto i riflettori, Renzi ha scelto
due profili (il direttore generale e il direttore editoriale) molto
meritocratici. Ma i partiti prosperano; e il servilismo pare in una stagione
d’oro.
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