mercoledì 25 novembre 2015

Zapatos rojos




«Dove vai? Dove credi di andare?». «Non provare a dire una sola parola, non provare a parlare». «E voi cosa avete da guardare? A letto, a dormire». Una serie di frasi, di parole, destinate a trasformare in incubo una vita che apparentemente sembra normale e tranquilla. Donne che vanno al supermercato, che lavorano, che svolgono faccende domestiche in casa, che si prendono cura dei loro figli. Donne, però, che dietro questa parvenza di normalità convivono con la paura, il terrore, la sofferenza. Fisica e morale. Partner attuali, ex-mariti, ex-compagni, sconosciuti.  
Di molte donne rimarrà vivo solo il ricordo e i racconti tramandati da chi le ha conosciute, rimarrà l’affetto donato alle persone amate e tante paia di scarpe che nessuno potrà più indossare. Per dirla come l’artista messicana Elina Chauvet, ideatrice dell’istallazione “Zapatos rojos”, quelle scarpe saranno rosse, rosse come il sangue che ogni giorno le donne versano per mano dei propri padri, mariti o fidanzati.


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