Essere spettatori di violenze psicologiche e
fisiche su qualcuno per anni e non poter far niente è una cosa che consuma e fa
crescere un'incredibile rabbia dentro. Da piccoli non ci si rende conto delle
dinamiche, dei motivi dei gesti di un padre verso la propria moglie e,
chiaramente, si finisce per dar loro un senso. Col passare del tempo, però, ci
si confronta con le famiglie degli amici e ci si rende conto delle anomalie
presenti nella propria. E' a quel punto che si mette in discussione tutto ed
inizia un lungo lavoro di riflessione, introspezione e comprensione. Si
scoprono brutte verità, i ricordi dell'infanzia diventano più nitidi e la
realtà sempre meno accettabile. Intanto la violenza psicologica investe anche
te che, però, hai i mezzi per provare, piano piano, a contrastarla. Troppi sono
stati gli anni che hai trascorso nella paura e nella convinzione di sbagliare
sempre e comunque, che sei ancora bloccata e temi le conseguenze che le tue
azioni potrebbero avere anche sugli altri. Nel frattempo un'altra cosa è
accaduta e tu non hai fatto nulla per impedirla: la persona che per prima è
stata oggetto di tale violenza, quella moglie che si è annientata per
assecondare il marito, che non lo ha voluto lasciare nonostante le richieste
dei figli, che ha subito sempre e che non è mai stata veramente libera, si è
ammalata. E' un "male" psicologico ed emotivo che la porta ad
estraniarsi dalla realtà, a dimenticare le cose, a non essere sempre presente e
che tende a degenerare. E allora la rabbia che hai cercato di tenere a bada
negli anni non potrà non esplodere prima o poi.
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