Luca De Filippo ci ha lasciati soli. Con il cuore gonfio di dolore lo ricordo quando circa 30 anni fa lo vidi recitare la prima volta a fianco del padre, il grande Eduardo. Da allora ho
seguito tutte le sue rappresentazioni. E' stato un artista completo, un
vero "teatrante" che ha spaziato tra generi diversi oltre che profondo
curatore dell'opera paterna. L'ho visto sempre più bravo in palcoscenico e
tante volte ho ascoltato i "poveretti" che continuavano a confrontarlo con il
genio paterno, senza mai comprendere che la vera bravura di Luca è stata
proprio quella di trovare, cercare una propria dimensione artistica, nuova, moderna,
individuale da quel grande uomo di teatro che era. Oggi mentre muori, Luca porti
via con te l'ultimo pezzo del vero teatro, della tradizione e della cultura.
sabato 28 novembre 2015
La bambolina e il mago fiorentino
Una manina da Londra
ha gettato una rete a Piazza Affari
e pescato a strascico le Popolari
con un tempismo perfetto pochi giorni prima dell’approvazione della riforma voluta
da Matteo Renzi che abolisce il
cosiddetto voto capitario e le
trasforma in società per azioni.
La banca che ha maggiormente
beneficiato dello strascico anglosassone è la Popolare dell’Etruria e del Lazio, di cui
vicepresidente è Pier Luigi Boschi.
Sì, il papà di Maria Elena,
ministro delle Riforme nonché
direttore generale della fondazione Open. I cerchi, spesso, si chiudono.
Il ministro ha partecipato alla seduta in cui è stato approvato il testo del decreto
legge sulle popolari, mostrando il fianco a polemiche su un evidente
conflitto di interessi.
Intanto da Londra
compravano, salvando la popolare dell’Etruria,
dove oltre al padre lavora anche il fratello di Maria Elena, Emanuele.
Questa specie di premier ha la manina sempre nascosta,
ma velocissima a prelevare ed inserire cose che vanno bene solo
esclusivamente per sé e per la propria famiglia.
E la damina in blu, la signorina tu mi stufi, la
maestrina salita in cattedra, sempre pronta con la matitina rossa a
sottolineare gli errori degli altri, non sottolinea mai i suoi errori, non
perché non ne sia consapevole, ma perché le conviene far finta d'una svista.
Questa è la fiaba della bambolina e del mago fiorentino.
Buon Compleanno
Buon Compleanno
per tutte le volte che hai acceso la luce del giorno
per tutte le volte che hai camminato in punta dei piedi
per non calpestare mai il tempo degli altri
per aver amato anche chi non lo meritava
per aver sognato anche quando i sogni erano grigi
per tutte le mani che hai stretto
per tutti i cuori che hai sorretto
per tutti i secondi, i minuti, le ore contate in silenzio
per le notti insonni che non avevano fine
per i tutti i giorni di sole che ti hanno riscaldata
per aver saputo coniugare intelligenza e umiltà
per tutte le anime che ti hanno amata.
Buon Compleanno,
Ettorina
mercoledì 25 novembre 2015
Inno alla Donna
per tutte le umiliazioni che ha subìto,
per il suo corpo che avete sfruttato,
per la sua intelligenza che avete calpestato,
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,
per la libertà che le avete negato,
per la bocca che le avete tappato,
per le ali che le avete tagliato,
per tutto questo:
in piedi Signori,
davanti a una Donna!"
William Shakespeare
Zapatos rojos
«Dove vai? Dove credi di andare?». «Non provare a dire una sola parola,
non provare a parlare». «E voi cosa avete da guardare?
A letto, a dormire». Una serie di frasi, di parole, destinate a trasformare in
incubo una vita che apparentemente sembra normale e tranquilla. Donne che vanno
al supermercato, che lavorano, che svolgono faccende domestiche in casa, che si
prendono cura dei loro figli. Donne, però, che dietro questa parvenza di
normalità convivono con la paura, il terrore, la sofferenza. Fisica e morale.
Partner attuali, ex-mariti, ex-compagni, sconosciuti.
Di molte donne rimarrà vivo solo il ricordo e i racconti tramandati da chi le ha conosciute, rimarrà l’affetto donato alle persone amate e tante paia di scarpe che nessuno potrà più indossare. Per dirla come l’artista messicana Elina Chauvet, ideatrice dell’istallazione “Zapatos rojos”, quelle scarpe saranno rosse, rosse come il sangue che ogni giorno le donne versano per mano dei propri padri, mariti o fidanzati.
Di molte donne rimarrà vivo solo il ricordo e i racconti tramandati da chi le ha conosciute, rimarrà l’affetto donato alle persone amate e tante paia di scarpe che nessuno potrà più indossare. Per dirla come l’artista messicana Elina Chauvet, ideatrice dell’istallazione “Zapatos rojos”, quelle scarpe saranno rosse, rosse come il sangue che ogni giorno le donne versano per mano dei propri padri, mariti o fidanzati.
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