venerdì 31 luglio 2015

Diversamente onesti



Ci vuole cuore, ci vuole uma­nità per fare le leggi, ci vuole la voglia di capire le dif­fi­coltà che affron­tano quelli a cui stai toc­cando la vita. Ci sono appuntamenti nella vita che non si possono perdere. Occasioni per dimostrare da che parte stiamo, con chi siamo schierati.
Non parlo di politica, parlo di vita. Non parlo di partiti, parlo di coscienza di uomini di governo dello Stato e della Chiesa.
Questo è evidentemente un governo che deve pagare pegno per il sostegno di un folto manipolo di diversamente onesti: il progetto di limitare le intercettazioni, il contingentamento dei tempi per il rinvio a giudizio e la responsabilità civile dei magistrati, solo per citare alcune recenti iniziative, sono chiaramente indizi del malcelato fastidio che provoca il potere giudiziario quando si occupa della nostra corrotta classe dirigente.
È proprio questo il punto in cui la nostra trama politica si è spezzata: sul palcoscenico italiano si affollano grida e stridori, promesse e imbrogli, proclami e furbizie, ma manca l'onestà intellettuale di ascoltare quella vocina che dentro di noi ci avverte quando stiamo sbagliando, o facendo del male, o giocando sporco, o tradendo noi stessi e i nostri principi. O più semplicemente esagerando. Addentrandosi nella selva dei personaggi del teatro shakespeariano si rimane sorpresi nel trovare affinità e similitudini con la politica dei nostri giorni e l'evasione diventa un modo per ritrovare il senso delle proprie azioni, per immaginare un altro mondo, e un'altra politica.

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