martedì 28 luglio 2015

Penelope



A volte mi sento come  Penolepe, su di una tela bianca  ricamo  parole. Evidenzio i miei pensieri che poi parola per parola nell'ombra di sere senza tempo, senza attese disfo. Una tela bianca che diventa un pensiero, una storia, un racconto con sfumatura di colori non sempre abbinati come certi sentimenti contrastanti che a volte proviamo per alcune persone, come l'amore e l'odio. Sentimenti così intensi e contrastanti da diventare simili nella loro devastante incontrollata espressione.
Una matassa di ricordi che nel lento e preciso ricamo in ore di giorni che sembrano avere perso il passare del tempo formano strati di vissuto, vissuto che nell'insieme sembra a volta non riconoscibile, non riconducibile al mio vissuto. Eppure in un punto, in quel colore, in quell'incessante movimento di ricamo il disegno finale sono io. Penelope lusingata, cercata, delusa, non vede oltre la sua tela perchè quella tela non aspetta nessuno se non se stessa, non aspetta altro che ricami altre parole che sono intrappolate in giorni ancora lunghi da venire, che non riesce a non sfumare, intrecciare sentimenti ed emozioni  in  ciò che è stato dando forma su quella tela a ciò che sarà: una storia piena di un vivere intenso.

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