A volte mi sento come
Penolepe, su di una tela bianca
ricamo parole. Evidenzio i miei
pensieri che poi parola per parola nell'ombra di sere senza tempo,
senza attese disfo. Una tela bianca che diventa un pensiero, una storia, un
racconto con sfumatura di colori non sempre abbinati come certi sentimenti
contrastanti che a volte proviamo per alcune persone, come l'amore e l'odio.
Sentimenti così intensi e contrastanti da diventare simili nella loro
devastante incontrollata espressione.
Una matassa di ricordi che nel lento e preciso ricamo in ore
di giorni che sembrano avere perso il passare del tempo formano strati di
vissuto, vissuto che nell'insieme sembra a volta non riconoscibile,
non riconducibile al mio vissuto. Eppure in un punto, in quel colore, in quell'incessante movimento di ricamo il disegno finale sono io. Penelope lusingata,
cercata, delusa, non vede oltre la sua tela perchè quella tela non aspetta
nessuno se non se stessa, non aspetta altro che ricami altre parole che sono
intrappolate in giorni ancora lunghi da venire, che non riesce a non sfumare,
intrecciare sentimenti ed emozioni in
ciò che è stato dando forma su quella tela a ciò che sarà: una storia
piena di un vivere intenso.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.