venerdì 17 luglio 2015

Il mio Stanlio





In un quaderno di ricordi scritti a  penna, dalle pagine leggermente stropicciate che non posso più cancellare, riscrivere, correggere, ho trovato in un foglio colorato, il ricordo del mio Stanlio, mi soffermo e trovo un punto interrogativo  troppo invadente, soffocante.
Il mio Stanlio si chiamava Carlo, Carlo e suo fratello gemello hanno rappresentato i nostri Stanlio ed Ollio dell'infanzia, di quell'infanzia nascosta tra i banchi di scuola, quando si approfittava dell'assenza della maestra per imitare personaggi della nostra epoca. Un'epoca cristallizzata nella quale ci siamo tuffati con quei pochi attimi di fortunata incoscienza.
Il mio Stanlio, il nostro Stanlio ci ha lasciato troppo in fretta in una notte di stelle e di rimpianti ...

Dio vide che eri stanco, e non c’era alcuna cura, 
così ti ha abbracciato e ti ha sussurrato “vieni con me”.
 Con occhi di pianto ti abbiamo visto spirare.
 Anche se ti abbiamo tanto amato non abbiamo potuto tenerti vicino a noi. 
Un cuore d’oro ha smesso di battere, mani lavoratrici ora riposano.
 Dio ci ha messo alla prova e ci ha colpiti al cuore, 
ma Lui chiama a se solo i migliori.

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