Francesco Nuti
Era il ragazzo d’oro del cinema italiano, ma quando non lo
cercarono più minacciò il suicidio. E poi tutto il corteo degli amici di un
tempo, ma si sa gli amici del mondo dello spettacolo sono più impalpabili degli
spettri e altrettanto inaffidabili che ogni tanto lo celebrano, lo invocano e,
mentre guadagnano pacchi di soldi o si assicurano comode pensioni nel
carrozzone dello spettacolo, sbandierano fantastici “progetti” per riportarlo
al centro della scena. Ma che Nuti sia sempre Nuti, anche bloccato sulla sua
sedie a rotelle con la sua espressione smarrita, sgomenta, lo dimostra quel
bigliettino, “ho paura”, consegnato in procura. Bisognerebbe rivedersi tutti i
suoi film tenendo in mente quelle parole: perché Nuti ha sempre avuto paura,
quando faceva il timido o quando baciava le più belle attrici, umili
comprimarie nei suoi film da regista. Ha paura oggi, e ha paura del suo futuro.
Ha costruito la sua vita sul nulla che è lo spettacolo, la sua imprevedibile
ruota che gira, ti arricchisce e poi ti rovina, infine ti lascia solo.
Francesco, il tuo cinema è una pagina bellissima dell'arte cinematografica italiana.
Francesco, il tuo cinema è una pagina bellissima dell'arte cinematografica italiana.
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