mercoledì 10 febbraio 2016

Chiudete gli occhi



Vi siete mai chiesti perché, quando siamo stanchi, la prima cosa che ci viene spontaneo fare è chiudere gli occhi? Perché sono loro i primi a stancarsi, con tutto il lavoro che li costringiamo a fare. Li costringiamo a sopportare le lenti a contatto, per non indossare quell'orrendo pezzo di plastica che ci fa vedere brutti. Li mascheriamo con il trucco, per apparire più belle ed essere meglio accettate in questa società che sembra badare solo all'aspetto esteriore che sembra guardare solo al "perfetto”. Imponiamo loro di non lasciar uscire le lacrime, che però scappano dispettose facendo poi gonfiare i nostri occhi. Questi occhi che restano aperti anche per tutta la notte, incapaci di reagire alle emozioni e a quella speranza che non permette loro di chiudersi e porre fine all'ennesima giornata di bugie. Già, bugie, bugie formulate dai nostri stessi occhi, che devono saper mentire bene se non vogliono divulgare le nostre emozioni, i nostri pensieri più nascosti. Pensieri di persone diverse, educate al disonesto ma seguaci della verità. Occhi sempre vigili, spenti, mai riposati perché troppo attenti nel cercare una persona, un gesto, uno sguardo. Questi occhi che, quando la bocca ride, piangono; quando è ora di dormire, vegliano. È una continua ed infinita ripetizione, di cui solo noi siamo a conoscenza, e forse pochi altri che occupano un ruolo positivo o negativo nella nostra monotona recita messa in scena dai nostri occhi. Veri attori, queste due piccole retine che ci permettono di vedere la realtà che spesso sogniamo diversa. Oggi commedia, domani tragedia. Una continua recita che spesso vorremmo evitare. Ma come facciamo ad evitare un comportamento a noi imposto dal mondo? Se il mondo fosse diverso, migliore, aperto, forse i nostri occhi avrebbero l'importanza che meritano, non sarebbero sempre stanchi a forza di recitare il copione del giorno, non sarebbero spesso rivolti verso l'alto per evitare l'uscita delle lacrime, non sarebbero attori da Oscar.

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