Lo Stato dimentica troppo frettolosamente i nostri
eroi, con superficialialità e in un attimo riesce a cancellare dalla mente i
nomi e le storie di quelle persone che hanno dato la vita per un Paese
migliore.
La loro unica colpa, forse, è quella di essere
sopravvissuti. Per questo oggi sono perlopiù dimenticati, spesso emarginati, o
letteralmente cancellati dalla memoria come se non avessero niente da dividere con le vittime delle stragi di mafia e terrorismo. Eppure loro erano lì. E quei
terrificanti attimi rivivono continuamente nella loro mente. Hanno visto morire
persone con le quali avevano condiviso una parte importante della loro vita. Un
dolore indelebile che, lungi dall’affievolirsi, riemerge e si acuisce ogni
giorno che passa. In alcuni momenti si trasforma in rabbia perché è proprio lo
Stato che si dimentica dei propri eroi. Eroi dimenticati da molti, da
troppi. Come Antonino Vullo,
superstite della strage di via D’Amelio, Paolo Capuzzo, Angelo
Corbo, Gaspare Cervello e
Giuseppe Costanza, scampati
miracolosamente all’attentato di Capaci.
Negli anni si ascolta da questi eroi un solo e
identico grido disperato: “Siamo stati abbandonati dallo Stato“.
Qualcuno ha deciso di farla finita con
un colpo di pistola, personaggi magari meno noti, ma punti cardine, nel rischio di una fatale sopravvivenza. E vorrei ricordarli tutti, perché gli sia riconosciuto e tributato quello che
meritano.
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