Le giornate uggiose in autunno sono come i pensieri arrotolati fra le coperte in cui non trovi sonno. Non dovrebbero stare lì, non dovrebbero gelarci le mani agli inizi di ottobre, né farci stare svegli per intere notti inquiete.
I giorni e i pensieri fuori stagione
scorrono svelti fra le nostre dita e mai riusciremo forse a ricordare cosa ci
hanno lasciato dentro, quasi fossero accidentali, come stessero per scolorire
ed essere inghiottiti dal destino che va avanti.
L'umido chiarore dell'alba caccia via la
voglia di alleggerirsi il corpo e il cuore. Il cielo plumbeo fuori posto è un
grido stridulo che non ci lascia un solo attimo di tregua. E quando la pioggia
rinfresca ancora l'aria e ci lascia increduli con i piedi nei sandali delusi,
anche i pensieri che per un attimo se n'erano rimasti buoni e cauti, coperti
dall'affaccendarsi quotidiano, ritornano, cupi e piovigginosi; come se noi e il
cielo fossimo inscindibili.
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