venerdì 30 ottobre 2015

Addio clochard. Addio Expo


Non amava i luoghi affollati. Evitava ogni tipo di situazione che lo faceva trovare in un posto dove vi era una moltitudine di gente, la calca, il non potersi muovere o fermarsi, il chiacchierio di sottofondo per non parlare dei toni alti e le urla della gente che lo infastidivano. Niente spiagge affollate, bar o ristoranti movimentati, musei o luoghi d'arte, gli piaceva potersi confondere con il silenzio e l'atmosfera che un luogo richiama. Piccole osterie, bar dal sapore antico, piccole insenature di mare, la ricerca di quello spazio vitale solo suo dove poteva liberare pensieri, scaricare emozioni, dove poteva tornare all’idea primordiale dell'io. Ma c'erano posti che gli piaceva osservare. Erano quei luoghi di partenza, una stazione, un  porto. Gli piaceva guardare la gente indaffarata a controllare orari di partenze e arrivi, vedere teste che sporgevano per scrutare l'arrivo di un parente, di un amico. Tutto questo rumore, questo parlare di sottofondo gli arrivava attutito, perso nell'osservare questo mondo d’arrivi e partenze, attese e abbracci.
Gli piaceva osservare la gente, nella loro diversa e contrapposta indifferenza dove il cibo non era amore per il prossimo, ma una spirale pericolosa soffiata velatamente su quella candelina che  ha illuminato i volti noti e ha cancellato quelli senza nome.  Solo tu  potevi trovare  il punto esatto  dove il fuori e il dentro potevano toccarsi senza farsi male. 
La vita ti è stata maestra, la morte compagna del tuo ricordo mai dimenticato.




Gli eroi dimenticati



Lo Stato dimentica troppo frettolosamente i nostri eroi, con superficialialità e in un attimo riesce a cancellare dalla mente i nomi e le storie di quelle persone che hanno dato la vita per un Paese migliore.
La loro unica colpa, forse, è quella di essere sopravvissuti. Per questo oggi sono perlopiù dimenticati, spesso emarginati, o letteralmente cancellati dalla memoria come se non avessero niente da dividere con le vittime delle stragi di mafia e terrorismo. Eppure loro erano lì. E quei terrificanti attimi rivivono continuamente nella loro mente. Hanno visto morire persone con le quali avevano condiviso una parte importante della loro vita. Un dolore indelebile che, lungi dall’affievolirsi, riemerge e si acuisce ogni giorno che passa. In alcuni momenti si trasforma in rabbia perché è proprio lo Stato che si dimentica dei propri eroi. Eroi dimenticati da molti, da troppi. Come Antonino Vullo, superstite della strage di via D’Amelio, Paolo Capuzzo, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e Giuseppe Costanza, scampati miracolosamente all’attentato di Capaci.
Negli anni si ascolta da questi eroi un solo e identico grido disperato: “Siamo stati abbandonati dallo Stato“. 
Qualcuno ha deciso di farla finita con un colpo di pistola, personaggi magari meno noti, ma punti cardine, nel rischio di una fatale sopravvivenza. E vorrei ricordarli tutti, perché gli sia riconosciuto e tributato quello che meritano.


lunedì 26 ottobre 2015

Il coraggio della paura



Ogni notte insonne, disordinata, senza temporalità. Notti che avevano occhi grandi e palpebre mai stanche, notti che aspettavano di morire nella prima ombra della sera in cui il silenzio annullava ogni rumore, ma lasciava come certi sogni vividi, timori che si allungavano sulle pareti come ombre cinesi. Il silenzio non esiste, neppure quello muto di chi ti circonda. Tu senti i loro passi ma non conosci i loro pensieri. Non ti è permessa nessuna astensione da questa babele di pensieri, ma loro tornano. Sei stanco nel convivere con la mente una specie di simbiosi eterna con la paura, una roulette russa in cui non hai voce. In quella notte le ombre sulle pareti prendono vita e un'arma diventata compagna fedele, spara. Urli e riprendi respiro, una specie di caleidoscopio che rifrange pensieri dando voce a quel silenzio.
Una storia vera che diventa  vita, perché in fondo la vita, il vivere quotidiano non è diverso da quei giochi infantili che una volta si facevano, guardie e ladri, la differenza sostanziale è che nella vita  vera non esistono più guardie ma solo ladri in libertà, allora nell’adulto subentra il senso di responsabilità non solo verso se stesso, ma anche verso le persone affettivamente più vicine che lo circondano. Nella vita esiste l'evento imprevedibile di cui non puoi valutare il rischio.
Qualcuno sostiene che avresti dovuto fare un po’ il veggente o magari l’analista e captare volontà leggendo anticipatamente l’altrui pensiero. Qualcuno pensa che hai investito troppo in qualcosa che non sapevi, che hai omesso azioni preventive.
Quanti politici trasformati in pifferai magici, in ciarlatani, in falsi moralisti e benpensanti sono lì a processarti, a processare le intenzioni, la tua vita, a indicare la direzione giusta.
Sono solo Storie che, come tante altre, lasciano solo righe di sofferenza, procurano delusioni, dolori e rivoli di sangue .