Vivo in una sorta di immagine virtuale sconosciuta, sto
affogando nella melma dell’incoerenza e della disonestà intellettuale che si
cosparge a macchia d'olio infiltrandosi con irruenza in una mente consolidata
da principi e valori che hanno contraddistinto la fiducia nel prossimo.
Sconcertata, incredula, inebetita, sono aggettivi che qualificano solo marginalmente il mio
stato d’animo.
Farsi trasportare può essere un’attrazione fatale, ma non corrisponde alle persone che ho
conosciuto, le sento in prigione, in una sorta di prigione apparentemente
dorata fatta di patetici “gongolamenti”.
Apprezzo chi "ostenta" coerenza, aborro chi ostenta sarcasmo di ambigua natura.
Non ho tempo per resettarmi: demoralizzata, infastidita e
sconcertata.
La fiducia nel prossimo è un bene da preservare, ma chi si nasconde dietro quelle coscienze?
La fiducia nel prossimo è un bene da preservare, ma chi si nasconde dietro quelle coscienze?
Vorrei chiudermi in quel bozzolo che preserva ogni farfalla,
prima ancora che inizi a volare anche se solo per un giorno, mi viene in mente
quante volte mio padre li custodiva con amorevole cura
sino a che non si dischiudessero per divenire farfalla, immagine che ho sempre
guardato con disgusto.
Non ho le ali giuste per volare, sono ali stanche appesantite
dagli accadimenti, da prove di sopravvivenza. Volare è un’arte e se si sbaglia la traiettoria si rischia di sbagliare direzione o
di schiantarsi al suolo. Vorrei solo planare senza voli pindarici sull’animo umano per
leggerne e tradurne i messaggi criptati.
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