Giovanni Falcone
La vita è stata per te una breve corsa ad
ostacoli che ogni giorno hai affrontato con fatica e sulle ali dell'entusiasmo
mirando a raggiungere i tuoi piccoli, grandi traguardi.
Sono stati percorsi perfetti, altri con piccole
sfumature incolori, in alcuni hai inciampato ma sei stato sempre pronto a
ripartire.
Ma a volte ci sono state cadute dalle quali
difficilmente ti sei potuto rialzare, la vita ti ha messo ai piedi un paio di
scarpe e ti ha costretto a seguire una strada prestabilita che non ti ha dato
la possibilità di decidere dove andare e cosa fare. La tua morte è stata un
dolore indefinibile, la tua morte e quella di Paolo sono stati dolori di
disumana natura. Siamo orfani di un'eredità di giustizia. Ed è lì che ti rendi
conto che la vita stessa si è portata via un pezzo di noi per non
restituircelo più e ci costringe a rifletterci nello specchio del dolore. Cosa
resta nell'anima è difficile descriverlo, le mani stringono rabbia, gli
occhi mirano in basso senza più luce. E allora ci si sente dei superstiti
di una guerra senza nome, dei “condannati alla morte" della giustizia.
Succede. Succede che ci si siede sul tempo e si
aspetta. Si aspetta un evento che modifichi le nostre giornate o
semplicemente i nostri pensieri. Stiamo lì fermi sul tempo che non ha tempo
d’aspettare e inesorabile continua il suo ticchettio d’orologio. Seduti sulla
lancetta che segna il passare dell’ora, attendiamo. Il momento più culminante
dell’attesa è aggrappato insieme alle nostre mani a quel passare del tempo
cercando di non sprofondare nell’assenza totale di un niente. Ci teniamo
attaccati ai sogni, alle speranze, alle idee, persino a qualche pensiero
per non perderti in quel ticchettio del tempo che come
nuvole senza filo chissà dove finirebbero. Stiamo appesi con le gambe penzoloni
nel vuoto dell’attesa. E così ogni giorno arriva la vetta e il burrone.
I giorni passano, gli anni si consumano come
vestiti logori; e guardiamo questi anni per comprendere se potevamo fare
qualcosa, se oltre l’attesa c'era un movimento, un gesto, un passo che avrebbe
potuto evitare la falce inesorabile della morte. Forse non c’era nulla che
potevamo fare, solo stare seduti sulla lancetta del tempo e insieme con altri
viaggiatori lasciarci consumare i giorni da quel lento ticchettio della vita
nella speranza che arrivati allo scoccare del punto opposto del cielo tutto non
scivoli nell'abisso del nulla …
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