venerdì 8 maggio 2015

La memoria non archiviata


Carissima Emanuela, ti immagino mentre pulisci la tua lapide ed è come se lucidassi il tuo cuore ed il tuo dolore, ti vedo aggiustare vasi, baciare la tua fotografia e disperata parlare al vento come se fossi con noi. E tu torni come un miracolo che solo un ricordo può fare. Tu sarai sempre dentro e fuori di noi. C'è solo un modo per fare pace con chi resta infrangibile davanti a chi non capisce la malinconia e la voglia di stringerti  e di ritrovare chi non si troverà  più, non archiviare la tua memoria. E' come se ti avessero spento la luce, ma devi imparare a camminare al buio a tentoni, travolgendo qualche volta oggetti appuntiti, anche se il vuoto, la nostalgia, il desiderio della presenza diventano la colonna sonora del tuo cuore. Sopravvivere nel tuo ricordo, non è una perdita ma un taglio chirurgico dell'anima e del corpo. Ma tu, Emanuela dolcissima, con noi vivi nel presente. Non ti sogniamo, ma ti incontriamo: una volta sei una ragazza che chiede l'elemosina accucciata su un marciapiede, un'altra volta ti scopriamo nel sorriso di un passante. Tu ci sei. Perdere il tuo volto è stato come cercare un cielo stellato d'inverno. Qualche volta invece lo strazio di essere finiti nel ricordo può sciogliersi nella pace di un ricordo assoluto e unico, ricordo vivo in tutti noi. Della tua giovinezza siamo orfani, ci hai amati con l'innocenza della gioventù e con la gratitudine dei nostri anni. "Non permettere che cancellino il tuo ricordo, non permetterlo mai!"

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.