Sono chiusa in questo bozzolo di vita. Ho immerso il cuore in un
vortice di emozioni e il tutto pesa come un macigno
e quel macigno è tutto mio, non appartiene ad alcuno se non in quel
masso impresso ed inciso nell’animo.
Si cancella un amaro ricordo per sopravvivere, il cuore che
si agita, quel senso di
inquietudine che ti pervade, la paura di non sopravvivere al corpo e ai pensieri.
Hanno destabilizzato un sogno, l’essere viva nei sentimenti.
La fatica fisica è stata omaggiata come tributo di una
vita morigerata, posso farne uso a mio piacimento come un tripudio del corpo. Ed allora si innesta la marcia e si
mette la prima, poi la seconda, la terza e con la quarta si raggiunge la
meta.
La meta, quale meta? Il traguardo non esiste, esistono i
destini più o meno amari. Il mio l’ho sigillato nel cuore degli altri e quanto di me ne rimarrà?
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