domenica 31 maggio 2015

Il dono


Dal sogno si alimenta la speranza
La speranza è la vita per il prossimo
La vita per il prossimo è il nostro secondo tempo
Il nostro secondo tempo è la bellezza di un giorno normale
La bellezza di un giorno normale è un dono!
E un dono sarà tuo per sempre

venerdì 29 maggio 2015

Oltraggio all'umanità



Per non dimenticare le 39 vittimedell'Heysel nel trentesimo anniversario della tragedia

Davanti a quella curva, con i cadaveri ancora sul selciato, trent’anni fa un’ora e mezzo dopo l’orario prefissato fu comunque dato il calcio d’inizio della partita.
La televisione tedesca si rifiutò di trasmetterla, quella austriaca mandò immagini mute con una sovrimpressione: «Quella che stiamo trasmettendo non è una manifestazione sportiva». Vero, tremendamente vero, non era una partita. Era solo l’ultimo atto di un oltraggio all’umanità.

Supplica


Quando da lassù
avrete tempo per essermi accanto,
vi prego di seguire i miei passi
come quando ne muovevo i primi ...
Baci, Ettorina

mercoledì 27 maggio 2015

Le Meilleur


Il mio vincitore morale è Thomas Cheval

L'ultimo esame



Questo conflitto interiore mi sta logorando, ho una voglia di riscatto che mi legittimi in maniera conscia di assumere una dolorosa decisone.
Molte difficoltà  superate  con progetti  che potevano produrre risultati diversi  o analoghi a quelli  che con fatica ho superato.
Una crisi che mi pone in discussione con quella che è la mia dignità. L’io che non sblocca il suo operare, antitesi nella separazione da una carica e una grinta  che non fa parte del mio essere. 
Perdo riferimenti e  riprendo come in un pugno di mosche i fallimenti e poi sono lì a raccontarmi le storie che ci hanno reso “grandi”.



Il rumore dei baci a vuoto



“Goditi tutti i tuoi perché. Ti ritroverai, senza accorgertene, a smettere di chiederli. Oppure qualcuno lo eviterai con cura”

lunedì 25 maggio 2015

Gocce d'armonia






  L'aria si spande nel pensiero ...
Il mio papà

Archeologia giudiziaria






È una strage silenziosa che si consuma giorno per giorno nelle aule dei tribunali. I procedimenti muoiono prima di arrivare alla sentenza e i giudici si trasformano in medici che ne certificano la morte.
Uno spettacolo avvilente che colpisce migliaia di notizie di reato.
Una situazione che è figlia di un sistema che persegue troppi reati. E non funziona bene. Risultato: molti fascicoli vengono aperti quando è troppo tardi.. Cadono in prescrizione molti illeciti commessi dai colletti bianchi, cadono in prescrizione molti reati colposi. Quelli di cui non parla nessuno ma che non sono meno devastanti, anzi umilianti, per chi li vive. Ci sono casi dolorosi come spilli che scompaiono dalle pagine di cronaca con due righe. La storia finisce in niente. La macchina giudiziaria ha girato a vuoto, ma quel che lascia sgomenti è l’atteggiamento che la giustizia ha tenuto nei confronti di famiglie già provate da terribili tragedie: nessun rispetto per il dolore. La sofferenza entra nel circuito della burocrazia e non conta più nulla.
Del resto, il nostro Paese deve fare i conti con una disciplina particolare: l’archeologia giudiziaria. Si celebrano processi per reati gravissimi avvenuti venti, venticinque, trent’anni prima. Reati che non sono prescritti ma appaiono lontanissimi. Pensiamo a stragi chiuse con una raffica di assoluzioni e che ormai appartengono ai nostri libri di storia.