martedì 17 maggio 2016

Efe


Da poco più di un anno la sua era diventata una presenza fissa davanti al supermercato Conad di Via Fratelli Bandiera. Efe, giovane nigeriano arrivato in Italia per cercare fortuna, residente a Roma, aveva trovato casa a Latina Scalo ma trascorreva le sue giornate a Latina, dove cercava di raggranellare qualche spicciolo per tirare avanti. Ma già dopo poco tempo gli habitué del negozio e i frequentatori della zona avevano capito che si trattava di una persona speciale: gentile, disponibile, sempre incline al sorriso. Passato il primo periodo di ambientamento, il giovane aveva cominciato a dare una mano a mantenere pulito il marciapiede, aiutava le persone anziane a portare le borse pesanti in macchina o anche fino a casa, e questo indipendentemente dal fatto di ricevere in cambio qualche moneta. In poco tempo il suo sorriso ha conquistato tutti. Sembra l'inizio di una bella favola, e invece la favola di Efe ha un epilogo triste. Qualche mese fa infatti lui si è ammalato: un tumore al pancreas. Accanto ad una delle casse è apparso un salvadanaio con vicina una rosa rossa, e lì ogni giorno quanti gli volevano bene si sono soffermati per stargli vicino anche materialmente. Così è stato durante la malattia e dopo, quando il tumore ha avuto la meglio: Efe meritava il funerale. Ieri è stato celebrato a San Marco, con una grande partecipazione di persone. In primis quella che lui chiamava “la famiglia Conad”, e che ricordava ogni giorno, chiedendo di salutarne tutti i componenti. C'erano tante lacrime e grande commozione davanti al feretro di Efe, ma anche tanti sorrisi e una partecipazione sincera, con la presenza dei suoi fratelli e di alcuni amici, venuti da vicino e da lontano per l'ultimo saluto. C'erano molte donne, le signore che lo conoscevano e avevano imparato a volergli bene: una presenza femminile numerosa non solo perché sono soprattutto le donne a frequentare il supermercato, ma perché ognuna di esse ha visto in lui un fratello, un figlio, un nipote.
Efe era cattolico e i suoi familiari hanno voluto per lui un funerale con la benedizione del sacerdote: sarà sepolto a Roma. Sul sagrato della chiesa sono state lette poche parole, molto sentite, che racchiudevano il senso di una perdita profonda, ma allo stesso tempo un saluto fiducioso e luminoso, come il suo sorriso. Grazie Efe, che ci hai insegnato ad amare quelli come te, che arrivano dall'altra parte del mondo.

Efe

 Le armi non sono da evocare,
 ne abbiamo già viste troppe nei vostri paesi, 
spedite a casse dai nostri produttori di Stato. 
Uno Stato smemorato e baro 
che si spazza le suole insanguinate
 con il ripudio della guerra e,
 nel nostro nome, 
esporta morte a buon mercato.
E poi la patria
 Cos’è?
 È solo un mare di dune di sabbia senza confine
un mare d’acqua senza approdi.

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