Paolo Borsellino
Io so di un uomo, un uomo onesto e perbene, che venne condannato a
morte. Egli, pur ignorando l’esatto momento della propria dipartita, era
consapevole di avere poco tempo. Dalla tragica morte del suo fraterno
amico e collega Giovanni, era infatti scattato un inesorabile conto alla
rovescia.
Pur tuttavia, egli fece il proprio dovere fino all’ultimo istante della sua esistenza. Dovere come magistrato, come cittadino, come marito, come fratello, come padre e, al momento del distacco dai suoi affetti e quindi dalla dimensione terrena, come figlio.
Se è possibile, aumentò i propri carichi di lavoro, con lo scopo primario di trovare la verità sulla strage che portò via Giovanni, Francesca, Antonino, Vito, Rocco.
Ma come fece per gran parte della sua vita, combatté contro un mostro chiamato “mafia”, un mostro presente anche dentro ciascuno di noi con più o meno particelle infette. Cosa Nostra è un essere potente che ingloba imprenditori, professionisti di vari livelli e qualifiche, politici, pezzi incancreniti delle istituzioni, oltreché semplici cittadini.
Però quest’uomo fantastico, sempre più isolato e da taluni odiato, dava fastidio. Voleva fare saltare il tavolo delle trattative. Decise di andare avanti, sebbene cominciasse ad avvertire la maggiore intensità del puzzo del compromesso e della contiguità mescolarsi al tanfo dell’esplosivo appena arrivato.
Il dovere prima di tutto! Senza mai rendersi schiavo di un pericoloso e avvolgente “grazie” che, in cambio di favori o facilitazioni, gli avrebbe impedito di percepire il fresco profumo di libertà.
Amava la vita e sapeva godere, come noi e più di noi, dei quotidiani piaceri che essa ci dona. Cose semplici, ma di estrema importanza.
Adorava la sua famiglia, la gentile e tenace moglie, i figli sensibili e responsabili. Pensate: amava i suoi figli a tal punto da “fingere” di amarli di meno, affinché essi gradualmente si abituassero al distacco.
Quest’uomo integro, responsabile, determinato e capace era un essere puro. Un individuo limpido, vero, trasparente, che mai avrebbe barattato la propria anima per fini di carriera, o peggio, interesse personale. Mai avrebbe tradito un amico e quindi se stesso.
Gli sarebbe piaciuto andare in bicicletta per gli anni seguenti al 1992.
Avrebbe certamente trovato il modo di godersi la propria barca nel suo mare e nuotare nella “chiazza azzurra”, probabilmente facendo degli scherzi ai suoi compagni di avventura.
Avrebbe tanto desiderato conoscere i propri nipoti e pian piano insegnare loro la vita.
Avrebbe magari giocato a pallone con Paolino...
Con gli amici più intimi avrebbe certamente condiviso momenti di relax, come anche i propri dubbi e le umane paure.
Sarebbe voluto invecchiare accanto alla sua dolcissima Agnese, donna meravigliosa dall’esile figura, ma forte come una colonna di granito.
Giunto alla pensione, dopo anni di duro lavoro, avrebbe trasformato la sua lotta alla mafia in un ancor più assiduo dialogo e confronto con le giovani generazioni, in cui tanto egli credeva.
Ma un caldo pomeriggio di luglio, domenica 19 luglio del 1992, è stato brutalmente ucciso assieme a cinque dei suoi Angeli Custodi.
Persone senza cuore e stupide avevano decretato la sua morte. Sì, stupide persone! La stupidità di questi individui sta nel fatto che non sono riusciti ad uccidere quest’uomo magnifico!!!
Anzi, lo hanno reso ancora più vivo! Ancora più forte e potente!
Al momento dell’esplosione, le molecole dell’uomo di cui vi sto parlando si sono sparse per tutta l’Italia, sino a giungere alla fine del mondo.
Le potenti molecole sono penetrate nell’anima di tanti uomini e donne, di numerosi ragazzi e ragazze dal cuore puro, portatori di un amore disinteressato che nulla chiede in cambio.
Ed io, piccola molecola che tanto deve ancora imparare, ringrazierò quest’uomo dal sorriso gentile e accattivante, un uomo schietto, genuino, semplice e nel contempo complesso.
Ringrazierò sempre e ovunque questo nobile signore che mi ha mostrato non solo la strada da seguire, ma anche il modo di usare le gambe.
Nonostante i miei limiti e numerosi difetti, con tutta me stessa proverò a portare avanti le sue idee e, soprattutto, a non deludere l’uomo che ha arricchito la mia vita e, in un certo senso, me l’ha cambiata: Paolo Borsellino!
Paolo è vivo… e lotta insieme a noi! Le sue idee… non moriranno mai!
Pur tuttavia, egli fece il proprio dovere fino all’ultimo istante della sua esistenza. Dovere come magistrato, come cittadino, come marito, come fratello, come padre e, al momento del distacco dai suoi affetti e quindi dalla dimensione terrena, come figlio.
Se è possibile, aumentò i propri carichi di lavoro, con lo scopo primario di trovare la verità sulla strage che portò via Giovanni, Francesca, Antonino, Vito, Rocco.
Ma come fece per gran parte della sua vita, combatté contro un mostro chiamato “mafia”, un mostro presente anche dentro ciascuno di noi con più o meno particelle infette. Cosa Nostra è un essere potente che ingloba imprenditori, professionisti di vari livelli e qualifiche, politici, pezzi incancreniti delle istituzioni, oltreché semplici cittadini.
Però quest’uomo fantastico, sempre più isolato e da taluni odiato, dava fastidio. Voleva fare saltare il tavolo delle trattative. Decise di andare avanti, sebbene cominciasse ad avvertire la maggiore intensità del puzzo del compromesso e della contiguità mescolarsi al tanfo dell’esplosivo appena arrivato.
Il dovere prima di tutto! Senza mai rendersi schiavo di un pericoloso e avvolgente “grazie” che, in cambio di favori o facilitazioni, gli avrebbe impedito di percepire il fresco profumo di libertà.
Amava la vita e sapeva godere, come noi e più di noi, dei quotidiani piaceri che essa ci dona. Cose semplici, ma di estrema importanza.
Adorava la sua famiglia, la gentile e tenace moglie, i figli sensibili e responsabili. Pensate: amava i suoi figli a tal punto da “fingere” di amarli di meno, affinché essi gradualmente si abituassero al distacco.
Quest’uomo integro, responsabile, determinato e capace era un essere puro. Un individuo limpido, vero, trasparente, che mai avrebbe barattato la propria anima per fini di carriera, o peggio, interesse personale. Mai avrebbe tradito un amico e quindi se stesso.
Gli sarebbe piaciuto andare in bicicletta per gli anni seguenti al 1992.
Avrebbe certamente trovato il modo di godersi la propria barca nel suo mare e nuotare nella “chiazza azzurra”, probabilmente facendo degli scherzi ai suoi compagni di avventura.
Avrebbe tanto desiderato conoscere i propri nipoti e pian piano insegnare loro la vita.
Avrebbe magari giocato a pallone con Paolino...
Con gli amici più intimi avrebbe certamente condiviso momenti di relax, come anche i propri dubbi e le umane paure.
Sarebbe voluto invecchiare accanto alla sua dolcissima Agnese, donna meravigliosa dall’esile figura, ma forte come una colonna di granito.
Giunto alla pensione, dopo anni di duro lavoro, avrebbe trasformato la sua lotta alla mafia in un ancor più assiduo dialogo e confronto con le giovani generazioni, in cui tanto egli credeva.
Ma un caldo pomeriggio di luglio, domenica 19 luglio del 1992, è stato brutalmente ucciso assieme a cinque dei suoi Angeli Custodi.
Persone senza cuore e stupide avevano decretato la sua morte. Sì, stupide persone! La stupidità di questi individui sta nel fatto che non sono riusciti ad uccidere quest’uomo magnifico!!!
Anzi, lo hanno reso ancora più vivo! Ancora più forte e potente!
Al momento dell’esplosione, le molecole dell’uomo di cui vi sto parlando si sono sparse per tutta l’Italia, sino a giungere alla fine del mondo.
Le potenti molecole sono penetrate nell’anima di tanti uomini e donne, di numerosi ragazzi e ragazze dal cuore puro, portatori di un amore disinteressato che nulla chiede in cambio.
Ed io, piccola molecola che tanto deve ancora imparare, ringrazierò quest’uomo dal sorriso gentile e accattivante, un uomo schietto, genuino, semplice e nel contempo complesso.
Ringrazierò sempre e ovunque questo nobile signore che mi ha mostrato non solo la strada da seguire, ma anche il modo di usare le gambe.
Nonostante i miei limiti e numerosi difetti, con tutta me stessa proverò a portare avanti le sue idee e, soprattutto, a non deludere l’uomo che ha arricchito la mia vita e, in un certo senso, me l’ha cambiata: Paolo Borsellino!
Paolo è vivo… e lotta insieme a noi! Le sue idee… non moriranno mai!
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.