mercoledì 11 maggio 2016

Eternit



Quando ti diagnosticano la malattia, hai ancora un anno da vivere”, dicono al tg.
Non ti dicono come.
Non ti dicono che ti manca il fiato.
Che starai più in ospedale che a casa.
Che se ti manca il fiato è per l’acqua nei polmoni.
Che se non vai a farti levare l’acqua dai polmoni devi comunque andare in ospedale per la chemio.
Ci sono momenti in cui Casale Monferrato può non piacerti e vorresti essere nato altrove.
Poi senti le campane alle 15 che suonano a morto.
E tu ti trovi lì in mezzo. In silenzio. Con il magone.
Con i negozi chiusi.
Con le bandiere ovunque.
Con il colore nero ovunque.
C’è un corteo.
La gente dice che i cortei sono inutili, non cambiano le cose.
A noi servono.
Ci sono madri senza più figli e senza marito.
Perché la malattia colpisce a random.
“Mangia la vitamina C, ogni giorno”.
Ma io sono andata alle medie e al liceo lì vicino.
Siamo tutti andati al pub dietro la fabbrica di Eternit. E anche a quello di fronte.
Siamo comunque a rischio.
E siamo soli.
E spaventati.
Lasciateci fare i cortei.
Lasciateci fare le fiaccolate.
Lasciateci chiudere i negozi.
Lasciateci mettere il nero ovunque.
Abbiamo una paura fottuta di essere i prossimi.
Non potete capire.
Noi quelli che sono morti li abbiamo visti.
E li abbiamo ancora negli occhi.

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