lunedì 23 maggio 2016

Borsellino disse: "Un amico mi ha tradito"

Paolo Borsellino

Dopo la morte di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino si interessò attivamente alle indagini sulla strage di Capaci, anche se non poteva occuparsene ufficialmente. Non si sa se avesse scoperto qualcosa, ma un giorno davanti a un collega, il giudice si alzò dalla sedia, si distese sul divano e iniziò a singhiozzare in modo evidente e disse: “Non posso credere che un amico mi abbia tradito”.  Non lo si era mai visto piangere in una situazione lavorativa.
Paolo, nonostante fosse tendenzialmente ottimista, dopo la morte di Giovanni Falcone divenne una persona totalmente diversa ed esprimeva spesso insoddisfazione. Si sentiva come messo da parte, mentre pensava di poter dare il proprio contributo nella lotta alla mafia palermitana e in particolare alle indagini sulla strage di Capaci. 
Borsellino sosteneva che in Procura si sentisse forte la presenza e il peso del potere politico.


 Paolo Borsellino

Dopo la morte di Falcone, Borsellino sapeva di essere ormai nel mirino e soprattutto lo seppe negli ultimi giorni prima della sua morte. Il giovedì ebbe la certezza, la comunicazione indubitabile, la certezza assoluta che il tritolo per lui era già arrivato a Palermo e per prima cosa si attacca al telefono e chiama nel suo ufficio il suo confessore, quello che di solito gli impartiva la comunione la domenica e gli dice: "Puoi farmi la cortesia di venire subito?" Appena entra in stanza gli dice "Senti, per cortesia, confessami e impartiscimi la comunione". "Come? Ora? Perché tanta premura? Domenica ci vediamo come sempre". "No", dice, "non lo so se arrivo a domenica. Io bisogna che sia pronto in qualsiasi momento al grande passo".


"La Trattativa"
Sabina Guzzanti

Due tre cose che nelle commemorazioni non vengono ricordate:
1) qualcuno dall'interno delle istituzioni rivelò l'orario di arrivo di Falcone a Palermo che doveva essere segreto
2) qualcuno sempre nella squadra dello stato fece sparire tutti i dati contenuti nel computer di Falcone
3) qualcuno istruì Cosa Nostra nella preparazione di un attentato che richiede conoscenze militari, per cui Cosa Nostra non era preparata
4) nel luogo dell'attentato venne trovato un biglietto da visita con un numero di telefono scritto a penna che successivamente si scoprì appartenere a un uomo dei servizi segreti italiani.

Quindi quando Mattarella e altri dicono che da quel giorno si è svegliata la coscienza civile dimenticano di dire che da quel giorno la coscienza incivile ha fatto pure molti progressi.


Non so cosa siano stati per me Falcone e Borsellino. 
Sono stati la parte più importante della mia vita, 
sono stati tutte queste cose insieme: amici, fratelli, padri. 
Sono stati un punto di riferimento insostituibile nella mia vita.

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