sabato 15 dicembre 2018

Il vento oltre il mare e la terra


Con il senno di poi si costruiranno processi, ma al banco degli imputati nessuna condanna restituirà quelle vite.
Penso a Valter inghiottito con la sua auto da una strada divenuta improvvisamente carta velina in una domenica di un plumbeo novembre. Al suo amico Vincenzo, riuscito miracolosamente a salvarsi e che rimarrà segnato per tutta la vita da un ricordo indelebile fatto di amicizia e di dolore. Penso a Ilaria, la ragazza che per evitare di sprofondare nell'enorme cratere si è buttata fuori strada con la sua auto. Quel cratere che ha sconvolto la sua giovane vita e che la accompagnerà per il resto dei suoi giorni.
E penso che un evento così avrebbe potuto causare conseguenze irreparabili su quel tratto di strada percorso ogni giorno da migliaia di veicoli. 
E poi ripenso a quel triste lunedì di neanche un mese fa, a questo nostro territorio devastato e messo in ginocchio da un tornado. E penso a Nunzio, a Giuseppina, a tutte le persone rimaste senza un tetto.
E poi penso ai vigili del fuoco, alla protezione civile, a tutti i volontari che si sono prodigati per rendere meno pesanti questi giorni difficili da comprendere, penso a Serafino che ci ha lasciati dopo aver compiuto la sua missione di uomo e di volontario.
Penso ai soccorritori che scavano ancora tra le macerie di quella voragine, in quel fiume di fango e detriti e penso che dovrebbero avere un plauso da chiunque li incontri sulla propria strada.
Ho sempre preferito una divisa da vigile del fuoco ad uno smoking pronto a far bella mostra di sé nelle cerimonie e che non ha neanche un lembo di stoffa degli "angeli dei soccorsi".
Guardo quel pezzo di vuoto tra un lembo di strada e l’altra, osservo le terribili immagini e la vicinanza di ognuno di noi è tangibile, in qualsiasi modo la si provi ad esprimere. Le parole sembrano intrappolate nella gola, ma la forza sta nel sentire l’eco che producono attraversando altre strade, e per una strada che crolla si prova con discrezione e rispetto a costruirne un’altra di solidarietà.
La voragine sulla Pontina è l’ennesima dimostrazione che questo Paese ha bisogno di infrastrutture e investimenti. Di quanti morti ci sarà ancora bisogno perché lo si comprenda? 
Una voragine come questa significa una cosa semplice: che la strada era malata, ma nessuno l'ha curata.

















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