Massimo Bray, ex ministro ai Beni culturali
"Ho rinunciato alla scorta e la lettera di un
carabiniere mi ha commosso".
Massimo Bray, ex ministro ai beni culturali minacciato
dalla Camorra, racconta la sua esperienza con l'Arma: "Persone
straordinarie"...
Oggi è l'ultimo giorno che vedrò quotidianamente Enrico e
Francesco.
Sono stati al mio fianco dal giorno in cui qualcuno mi minacciò per aver voluto testardamente portare a compimento l'acquisto della Reggia di Carditello da parte dello Stato (ignorando i "non si può fare" e ricordando la promessa fatta al suo "angelo", il custode volontario Tommaso Cestrone) e aver dato così inizio al recupero di quel luogo così straordinariamente importante per il suo territorio. Il desiderio che io e Tommaso condividevamo, insieme a tantissime persone appartenenti alle associazioni culturali locali, alle donne e agli uomini del Ministero, di un'intera "comunità" coraggiosa e generosa, era quello di restituire alla Reggia quella dignità che occorre dare ai nostri beni culturali.
Qualche mese fa ho scritto una lettera ad un uomo di grandi qualità umane e professionali, responsabile del servizio "protezione", chiedendogli di valutare la possibilità di rinunciare al servizio di scorta ricevuto dallo Stato. Ho fatto questo passo convinto che sia giusto mettere a disposizione di chi ne ha più necessità le competenze di donne e uomini dal valore straordinario.
In questo periodo ho avuto l'onore di conoscere molti carabinieri. Lo scrivo in un momento non facile per l'Arma, ma la mia diretta esperienza mi permette di dire che si tratta di persone di grande valore e professionalità, dedite al loro lavoro e animate da un profondo rispetto per lo Stato. E credo che se qualcuno di loro ha commesso degli errori andrà giudicato, ma non dovremmo mai generalizzare e mettere in discussione il valore di un'istituzione così importante per il nostro Paese.
In questo periodo con molti di loro è nato un rapporto di vera amicizia. Questa mattina, ultimo giorno di lavoro insieme a me, Enrico mi ha consegnato una lettera.
Le sue parole mi hanno fatto riflettere e mi hanno profondamente commosso. Mi hanno fatto capire il valore dell'amicizia che si è creata tra noi, la stima, l'affetto, le attese, le speranze, il senso delle istituzioni di un cittadino che, come tantissimi, che ci deve far inorgoglire di essere italiani.
"Sul mio comodino c'è sempre un libro e a Lorenzo, mio figlio, ne leggo sempre uno appena possibile. Questa sensibilità è nata grazie a lei che mi ha fatto capire quanto la cultura può far star bene e consente di vedere le cose con più ottimismo e gioia......".
Ho scritto questo post perché credo di avere avuto molte fortune nella vita, ma sono legami come questi che ci danno la consapevolezza che il nostro Paese riuscirà ad essere un grande Paese, proprio grazie alle molte donne e uomini che condividono i valori di Enrico e il suo senso di rispetto verso le istituzioni.
Sono stati al mio fianco dal giorno in cui qualcuno mi minacciò per aver voluto testardamente portare a compimento l'acquisto della Reggia di Carditello da parte dello Stato (ignorando i "non si può fare" e ricordando la promessa fatta al suo "angelo", il custode volontario Tommaso Cestrone) e aver dato così inizio al recupero di quel luogo così straordinariamente importante per il suo territorio. Il desiderio che io e Tommaso condividevamo, insieme a tantissime persone appartenenti alle associazioni culturali locali, alle donne e agli uomini del Ministero, di un'intera "comunità" coraggiosa e generosa, era quello di restituire alla Reggia quella dignità che occorre dare ai nostri beni culturali.
Qualche mese fa ho scritto una lettera ad un uomo di grandi qualità umane e professionali, responsabile del servizio "protezione", chiedendogli di valutare la possibilità di rinunciare al servizio di scorta ricevuto dallo Stato. Ho fatto questo passo convinto che sia giusto mettere a disposizione di chi ne ha più necessità le competenze di donne e uomini dal valore straordinario.
In questo periodo ho avuto l'onore di conoscere molti carabinieri. Lo scrivo in un momento non facile per l'Arma, ma la mia diretta esperienza mi permette di dire che si tratta di persone di grande valore e professionalità, dedite al loro lavoro e animate da un profondo rispetto per lo Stato. E credo che se qualcuno di loro ha commesso degli errori andrà giudicato, ma non dovremmo mai generalizzare e mettere in discussione il valore di un'istituzione così importante per il nostro Paese.
In questo periodo con molti di loro è nato un rapporto di vera amicizia. Questa mattina, ultimo giorno di lavoro insieme a me, Enrico mi ha consegnato una lettera.
Le sue parole mi hanno fatto riflettere e mi hanno profondamente commosso. Mi hanno fatto capire il valore dell'amicizia che si è creata tra noi, la stima, l'affetto, le attese, le speranze, il senso delle istituzioni di un cittadino che, come tantissimi, che ci deve far inorgoglire di essere italiani.
"Sul mio comodino c'è sempre un libro e a Lorenzo, mio figlio, ne leggo sempre uno appena possibile. Questa sensibilità è nata grazie a lei che mi ha fatto capire quanto la cultura può far star bene e consente di vedere le cose con più ottimismo e gioia......".
Ho scritto questo post perché credo di avere avuto molte fortune nella vita, ma sono legami come questi che ci danno la consapevolezza che il nostro Paese riuscirà ad essere un grande Paese, proprio grazie alle molte donne e uomini che condividono i valori di Enrico e il suo senso di rispetto verso le istituzioni.
16 settembre 2017
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