mercoledì 19 luglio 2017

25 anni senza Paolo Borsellino



25 ANNI DOPO

Niente cambia

 ANCORA





Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: 
o si fanno la guerra o si mettono d'accordo.
Paolo Borsellino





La sorella del magistrato ucciso dalla mafia durante la cerimonia di commemorazione a Palermo dichiara: “In tanti sanno la verità. Perché nelle istituzioni non parla nessuno?”. Il fratello Salvatore: “Vogliamo sapere dov’è l’agenda di Paolo"
“Parliamo di giustizia che non c’è, di 25 anni di giustizia negata”. Rita Borsellino, sorella di Paolo, ha partecipato alla cerimonia di commemorazione per i 25 anni dalla strage di via D’Amelio, in cui il magistrato perse la vita insieme a 5 agenti della sua scorta. “Vorremmo sapere perché è negata questa giustizia? Chi non vuole che questa verità venga fuori? La verità c’è e la sanno in tanti”.

Rita Borsellino



Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato ucciso dalla mafia, dopo anni di silenzio ha rilasciato un’intervista in cui ha parlato di “25 anni di schifezze e menzogne”. Fiammetta, durante la commemorazione per la Strage di Via D'Amelio, alla battuta di Grasso che dichiara: "Ci dobbiamo aspettare un altro pentito", commenta: "Un pentito lo vogliamo nelle istituzioni" e ha ragione. 

Paolo Borsellino e sua figlia Fiammetta



Alla cerimonia era presente anche Salvatore Borsellino, fratello del magistrato. “C’era qualcuno in questa via che aspettava l’esplosione. Qualcuno si è avvicinato alla macchina di Paolo, ha preso la borsa e si è allontanato. Non sappiamo a chi l’abbia portata. Quando quella borsa è stata rimessa nel sedile posteriore dell’auto, l’agenda non c’era più. Forse speravano che la macchina prendesse fuoco e si perdesse anche il ricordo di questa agenda. Ma non si è perso”. Salvatore Borsellino ha aggiunto: “Ci sono foto che mostrano un capitano dei carabinieri che si allontana con la borsa. È stato assolto, ma vogliamo sapere a chi ha portato quella borsa, chi ha preso l’agenda e dove si trova oggi. Sui contenuti dell’agenda penso si reggano i ricatti incrociati che legano il sistema di potere della seconda Repubblica, che ha le fondamenta intrise di sangue”.

Salvatore Borsellino



Il 4 luglio 1992 Borsellino torna a Marsala. 
In quei giorni pronuncia una frase importante e misteriosa...
"Non posso credere che un amico mi abbia potuto tradire..."

Paolo Borsellino



"Non sono né un eroe né un kamikaze, ma una persona come tante altre. Temo la fine perché la vedo come una cosa misteriosa, non so quello che succederà nell’aldilà. Ma l’importante è che sia il coraggio a prendere il sopravvento… Se non fosse per il dolore di lasciare la mia famiglia, potrei anche morire sereno"
Paolo Borsellino

Paolo Borsellino e sua moglie Agnese



"Non ho tempo da perdere, devo lavorare, devo lavorare… E’ una corsa contro il tempo, per arrivare alla verità prima di essere fermato"
Paolo Borsellino

19 luglio 1992 
Strage Via D'Amelio



...avevano sognato di sconfiggere la Mafia applicando la legge.

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino



Sarebbe bello se i rappresentanti di quelle istituzioni complici dell'uccisione di Borsellino oggi evitassero frasi e lacrime ipocrite.

Sergio Mattarella



In memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino





sabato 8 luglio 2017

Essenza eclettica dell'essere umano


Collezione di momenti immortalati sulla pellicola che rappresentano la gioia, l'innocenza, la curiosità, l'angoscia e la determinazione dell'essere umano. Sono scatti provenienti da tutto il mondo che raccontano di emozioni forti senza confini, le stesse emozioni proprie ad ogni uomo in ogni parte del globo.




Un soldato russo suona un pianoforte abbandonato in Cecenia nel 1994




Terri Gurrola si ricongiunge con la figlia dopo aver prestato servizio in Iraq per 7 mesi




Un uomo si lancia dal World Trade Center durante l'attentato dell'11 settembre




"Wait for me Daddy", Canada 1° Ottobre 1940




Un veterano carrista russo ritrova l'WW2 su cui ha combattuto la guerra, oggi  monumento in un piccolo villaggio russo




Il potere ai fiori




Una ragazzina Afgana incuriosita tiene la mano ad una soldatessa Americana




Un anziano Nordcoreano saluta il proprio fratello Sudcoreano dopo una ricongiunzione familiare concessa temporaneamente




Thania Sayne accasciata sulla lapide del marito il giorno del loro primo anniversario di matrimonio, 16 Ottobre 2013




La violinista Nancy Dinovo piange mentre suona ad una commemorazione funebre delle vittime dell'11 Settembre alla Cattedrale Chiesa di Cristo a Vancouver



Il Tenente Colonnello robert L. Stirm si riunisce con la sua famiglia dopo essere stato fatto prigioniero durante la Guerra del Vietnam




La diciassettenne Jan Rose offre un fiore ai soldati durante la protesta contro la guerra al Pentagono nel 1967



La caduta del muro di Berlino, 1989




Un attimo prima della felicità, 1959




 Giovanni Paolo II indossa gli occhiali di Bono durante il loro incontro nel 1999




John Lennon autografa il suo album all'uomo che lo ucciderà un paio d'ore più tardi 
(Mark Chapman; 8 Dicembre, 1980)



 

mercoledì 5 luglio 2017

Sogno una Chiesa




Sogno una Chiesa che faccia aspettare i Capi di Stato quando alla porta suona una vittima delle loro politiche.
Sogno una Chiesa che celebri Eucaristia di Solidarietà, fuori l'Ilva di Taranto, davanti ai poligoni militari, davanti alle basi militari presenti in Italia.
Sogno una Chiesa che rivendichi la verità sulla strategia della tensione.
Sogno una Chiesa che sia vicina alle vittime di tutte le tragedie.
Sogno una Chiesa che diventi megafono della sofferenza dei cittadini dell’Aquila, di Amatrice e di tutti quelli colpiti dal terremoto.
Sogno una Chiesa che ricordi ad ogni omelia i soldi che il nostro governo spende in armamenti, il numero di disoccupati e di precari.
Sogno una Chiesa presente negli ospedali non solo per dare l’estrema unzione, ma anche per rivendicare il buon funzionamento della sanità pubblica.
Sogno una Chiesa coinvolta nei sit-in contro i licenziamenti dei lavoratori.
Sogno una Chiesa che si sdegni di fronte alle ingiustizie sociali.
Sogno una Chiesa che mantenga la schiena dritta davanti al potere.
Sogno una Chiesa che riconosca come martiri della verità testimoni come Ilaria Alpi, Paolo Borsellino, Giovanni Falcone.
Sogno una Chiesa che si preoccupi per la vita del magistrato Nino Di Matteo.
Per adesso sogno.

Charlie Gard

 Charlie Gard 

Charlie Gard sarà sedato e poi gli staccheranno il respiratore. Succederà in quel maledetto ospedale londinese, perché i medici hanno negato ai genitori l’autorizzazione per portarlo a casa a morire (si sarebbero pagati per conto proprio ogni spesa di assistenza e trasporto). Succederà tutto rapidamente, senza lasciare il tempo ai parenti di arrivare e dare l’ultimo saluto.
Quanta fretta! Secondo i genitori, Charlie non stava peggiorando. Volevano solo provare una cura sperimentale. Magari avrebbe funzionato e sarebbe sopravvissuto. Certo difficilmente sarebbe tornato perfettamente sano, ma un po’ sarebbe vissuto. A loro bastava.
La CEDU si era presa tre settimane per rispondere al ricorso, ma ha risposto in tre giorni.
Uccideranno un bambino vivo, non morente, non agonizzante. 


 
Solo una madre, seduta accanto ad un lettino, tra fili e tubi, sa cogliere le sfumature del respiro, gli affanni aumentati o diminuiti, la forza che torna o se ne va. Non bastano le cartelle cliniche, i monitor, gli esami. Serve lo sguardo assiduo di una madre.
Il motivo sta tutto nei genitori, Connie e Chris hanno avuto qualcosa di speciale, una forza sovrumana, una caparbietà impensabile, un’aurea eroica. Non può essere un caso.
Nel desiderio del proprio cuore c’era un segno divino, soprattutto quando il desiderio è così cocente, controcorrente, puro, limpido. Forse questo caso non è un caso qualunque, forse è un segno per il mondo, una prova per l’umanità.
La gente ha fatto veglie di preghiera perché i giudici lasciassero andare Charlie in America, qualcuno però ha scritto che abbiamo avuto poca fede, che dovevamo chiedere che guarisse.
Quanti sono i medici coinvolti in questa vicenda? E i giudici? In 83.000 hanno donato soldi, non siamo stati 100.000 nel mondo a voler difendere Charlie? Come mai siamo stati seduti sul divano di casa nostra invece che chiedere un volo charter che fosse andato dritto negli USA per liberarli. Ne dovevano parlare tutti, ci sarebbe voluta una dichiarazione dei genitori a reti unificate in tutte le lingue del mondo, dovevano vedere questa famiglia, questa meravigliosa famiglia!


Hanno fretta i medici di chiudere questa faccenda che li tiene sulle spine, di spegnere i riflettori, di far scivolare di nuovo nell’apatia la popolazione europea, ormai abituata ad ingoiare di tutto. Noi siamo solo pedine, ma siamo tanti e pregheremo. Pregheremo per noi, per Charlie, per questa Europa.
Tanti rosari, tante richieste di un miracolo da parte di Dio, ma il miracolo dovevamo farlo noi.
Mi dispiace Charlie, è anche colpa nostra. Che tu possa perdonarci.

“Come è umano lei…”.

Paolo Villaggio

È unitile dirlo, con lui se n’è andato un altro pezzo di storia italiana. Paolo Villaggio è morto e con lui il suo leggendario Fantozzi. 
Fantozzi ha raccontato il nostro paese come pochi sono riusciti a fare attraverso la maschera dell’uomo medio in continua ricerca di riscatto. Maschera in cui tutti noi ci siamo riconosciuti almeno una volta.

Ragionier Fantozzi Ugo, un’intuizione geniale che segue quelle di Fracchia e del Professor Kranz, altri due personaggi fondanti e indimenticabili di Villaggio che oggi lascia in eredità ad una società che lo ha amato, sempre, ad ogni livello, nonostante il cinema lo abbia negli ultimi tempi completamente ignorato.

Le caricature e le grottesche situazioni resteranno nell’immaginario collettivo per sempre come documento ironico ed eterno di uno spaccato socio culturale mai raccontato da nessun altro con una tale sincerità e schiettezza.

Oggi la notizia è che Paolo Villaggio è volato via ed ora potrà vedere tutti dall’alto verso il basso. 
Non sembra vero e con stupore verrebbe da dirgli: “Come è umano lei…”.





Fabrizio De André e Paolo Villaggio

Comico, sceneggiatore, scrittore, volto di Fantozzi e attore per Fellini, Wertmüller, Olmi e Monicelli, Paolo Villaggio oltre a cantare la ballata di Fantozzi, scrisse anche due canzoni per Fabrizio De André: “Il Fannullone” e “Carlo Martello Ritorna Dalla Battaglia Di Poitiers”.
Villaggio e De André erano molto amici, ma il secondo non era ancora il cantautore adorato da tutti, autore di numerosi capolavori che diventerà famoso quando Mina rifarà "La canzone di Marinella", ma un giovane musicista alle prime armi. Da quella amicizia e da una serata passata assieme nacquero queste due canzoni, "Il Fannullone" e "Carlo Martello" molto note tra gli amanti del cantautore genovese. 
La storia di "Carlo Martello", Villaggio l'ha raccontata in un libro. 

Fabrizio mi guarda: "Tu che sei un patito di storia medievale, aiutami a scrivere le parole". E cominciamo. Re Carlo tornava dalla guerra / lo accoglie la sua terra / cingendolo d'allor…



Paolo Villaggio

Adesso "la nuvola di Fantozzi" sta sotto di lui!




"La nostra è un'amicizia di frontiera: qualche volta ci incontriamo al confine"
splendido biglietto di Vittorio Gassman a Paolo Villaggio.




"Ho capito che nella vita, non occorre sbattere tanto sai, per essere felici. Basta accettarla così, come viene"

Paolo Villaggio