Ho messo tra le cose da
salvare
I marò, perché la libertà è uno dei beni a cui l'uomo non può rinunciare e che lo Stato deve garantire ai suoi servitori.
Il ricordo di Ilaria Alpi per non dimenticare cosa sia subire
un'ingannevole giustizia.
La Grecia, prima che le banche tedesche le rubassero i risparmi.
La vita di Aldo Moro, per non dimenticare la crudeltà di un'idea senza valore.
Falcone, Borsellino e tutte le vittime dei poteri occulti, che nella quotidianità di ogni gesto, di
ogni parola, di ogni certezza ci hanno fatto sentire sempre più forti.
Nicola Calipari, per il suo inutile sacrificio.
Enzo Baldoni, per i nodi irrisolti sulla sua eroica morte.
Fabrizio Quattrocchi perché i politici hanno dimenticato che:
« Quando gli assassini gli stavano puntando la pistola
contro, ha cercato di togliersi il cappuccio e ha gridato:
adesso vi faccio vedere come muore un italiano. E lo hanno ucciso. È morto
così: da coraggioso, da eroe »
Piermario Morosini, perché altri calciatori non muoiano in un
campo di calcio per imperizia.
Marco Pantani per la sua morte annunciata, perché il suo
sguardo fiero possa incontrare altri sguardi senza più timore d’essere ingannato.
Tutte le vittime della malasanità, scomparse nel rumore
a volte assordante e silenzioso della vita.
Il ricordo di Emanuela Orlandi per la libertà negatale.
I familiari delle vittime di Ustica, per quei cuori stanchi e feriti, reduci e creditori di una carezza dal cuore della giustizia.
Le vittime del processo Thyssen per
la sensazione di evasa giustizia.
La dignità di Eduardo De Falco, il panettiere suicida a cui lo Stato ha concesso 24 ore per morire, non permettendogli di oltrepassare il limite
dell'umiliazione.
Le vittime di tutte le stragi, per non dimenticare quello che i miei occhi videro.
I pensionati derubati dei loro 60 miliardi, che nella fatica
d’ogni giorno cercano un motivo valido per sorridere ancora.
La rabbia degli aquilani, per l’assoluzione dei
tecnici della commissione “Grandi rischi”, e che alle 3 e 32 non ridevano ma prosciugavano lacrime sui loro lunghi silenzi.
Le vittime nel mondo della guerra ed delle ingiustizie per
l’incapacità di comprenderci anche quando
parliamo lingue diverse.
L'indignazione della popolazione di Taranto che il decreto sull’Ilva “In nome del popolo”, condanna a vivere con la diossina e con i veleni.
Le vittime di tutte le sentenze di assoluzione per disastro ambientale, perché la logica del profitto è prioritaria alla salute e all'ambiente.
Le verità celate dai Segreti di Stato, secretati con la crudeltà di un
idea senza valore nell’indifferenza del potere.
Ho messo tra le cose da salvare i valori: onestà, umanità, giustizia.
E vorrei salvarmi ...
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